Breve cronaca di qualcosa che potremmo inserire nel capitolo “segno dei tempi”. C’è stato un gran casino sulla partecipazione di Totò Cuffaro, ex governatore siciliano che ha scontato una pena definitiva per mafia, a un convegno all’Ars su carceri, riabilitazione e questioni legate alla vita dei detenuti. Il leader pentastellato siciliano Giancarlo Cancelleri ha parlato di “porcata” ed ha accusato il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché di srotolare tappeti rossi dinanzi a un condannato per mafia. La debolezza di questa posizione, qualunquista e anche vagamente cialtrona, sta nel fatto che l’unica cosa di cui Cuffaro può parlare in pubblico senza bisogno di chiedere il permesso a nessuno e senza essere frainteso è proprio la galera. Per il resto ci si può serenamente schierare sul fronte degli oltranzisti oppure su quello dei perdonisti, entrambi con pregiudizi criticabili. La mia posizione, in questo caso a favore di Cuffaro, arriva dopo un lunghissimo periodo di critica e avversione nei suoi confronti e soprattutto è condivisa da altri eterni nemici dell’ex governatore, come Claudio Fava e da politici di cui non approvo manco una virgola come Gianfranco Micciché. È questo il vero segno dei tempi. Tempi bui.
Gery Palazzotto per Il Foglio
in Il sabato del villaggio
Cuffaro, no alla gogna
Totò Cuffaro
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