Dicono che Conte per un attimo (ma solo un attimo) abbia addirittura pensato alle dimissioni, pur di evitare che il suo amico Alfonso mercoledì arrivi in Senato a parlare di Giustizia provocando la slavina definitiva. In Aula. “Dio ce ne scampi. Non sopravviveremmo”. E nel pronunciare queste parole a Palazzo Chigi mettono su lo sguardo che devono avere i vitelli in procinto d’essere sospinti sul treno diretto al mattatoio. Pure i grillini della commissione Giustizia tremano all’idea di Bonafede che spiega e sottopone al voto dell’Aula il suo programma sulla Giustizia. “Ma non si può rinviare?”, chiedono. Occhi a palla. Sudore freddo. Sguardi cosmici. “Magari lo sostituissero”, era d’altra parte l’auspicio del capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli, appena qualche mese fa. A maggio era ancora possibile. Quasi senza conseguenze. Ma Conte non volle. Chissà se ora se n’è pentito. Continua su ilfoglio.it
Salvatore Merlo per Il Foglio
in Buttanissimi Extra
Su Conte incombe il fattore “F” F come Fofò, ministro manettaro
alfonso bonafedegiuseppe contematteo renzi
-
Articoli Correlati
-
Grillicidio e resuscitati. Nel nuovo M5S rispuntano i vecchi
Adesso che uno non vale più uno, è già guerra a chi si accaparra il…
-
Non solo Open Arms, su Salvini
anche le critiche dei colonnelliIl cronista registra una ariaccia vera nella Lega. Succede sempre così: le botte elettorali scoperchiano…
-
Elly in corsia. Tour degli ospedali sognando Palazzo Chigi
Riparte da una corsia di ospedale sperando poi di correre veloce su quella di sorpasso…