Giorgia Meloni ha perso un’altra occasione per tagliare i ponti col passato postfascista. Le letture della destra alla strage di Bologna sorprendono a sinistra e al centro. Ignazio La Russa che per anagrafe e militanza è più immerso in quella storia supera in antifascismo Giorgia Meloni. Lui riconosce “la definitiva verità giudiziaria” che “ha attribuito una matrice neofascista” alla strage. Lui condivide la posizione espressa dal presidente della Repubblica. Lei – che ha disertato la cerimonia di Bologna – segue il canovaccio di sempre: parla di ‘terrorismo’ in maniera generica, senza chiarire di quale matrice politica. E mette la strage del 2 agosto insieme a tutte le altre. Ecco le sue parole: “Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci”, dice Meloni per la quale bisogna ancora “giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l’Italia nel Dopoguerra”. Come se non bastasse, quella posizione viene replicata nella mozione di maggioranza e a rispondere alle opposizioni, in Parlamento, Meloni ci manda il sottosegretario Andrea Delmastro, contestato dal Pd perché “protagonista di atti di oggettiva sgrammaticatura istituzionale e che risulta oggetto di imputazione coatta”. Un dito in un occhio. Continua su Huffington Post
Alfonso Raimo per Huffington Post
in Buttanissimi Extra
Strage di Bologna, 43 anni dopo Meloni delude. “Poco antifascista”
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