Per recuperare il tempo perduto, la Regione e Nello Musumeci hanno percorso la via più rapida: fare causa all’Anas per le numerose inadempienze di questi anni nell’Isola. Basta citarne tre a titolo d’esempio: la Palermo-Catania, dove la comunicazione è interrotta a causa dei ritardi del viadotto Himera; ma anche la Statale 640 Agrigento-Caltanissetta e la Statale 189 Palermo-Agrigento. Il teatro dell’assurdo. Ma fra le richieste avanzate due settimane fa al governo Conte, mentre si faceva causa all’azienda di Stato, ce n’è una di particolare levatura: Musumeci, infatti, ha stilato un elenco di grandi incompiute (sono dieci, per il valore di 3,4 miliardi di euro) e chiesto a Roma la nomina di commissari ad hoc per il loro completamento. Tutto sulla base del decreto Sblocca Cantieri approvato un anno fa. Ma anche in questo caso il governatore ha puntato i piedi: non accetterà come commissario Massimo Simonini, amministratore delegato dell’Anas, che in Sicilia è considerato il “diavolo”.
Tra le dieci opere individuate dal governo siciliano, ci sono la variante alla Statale 115 Trapani-Mazara del Vallo (costo di 134 milioni); la Statale 640, ribattezzata “strada degli scrittori” (990 milioni); la Ragusa-Catania (815 milioni); la variante Vittoria-Comiso (149 milioni); la SS 121 Palermo-Agrigento, nel tratto fra Bolognetta e contrada Manganaro (349 milioni); due lotti della Statale 626 Gela-Caltanissetta (313 milioni). E pure il ripristino della linea ferroviaria Palermo-Trapani via Milo (204 milioni). La richiesta di Musumeci è diretta “a superare le criticità nella realizzazione delle opere pubbliche di natura prioritaria e strategica, così come le sopracitate opere individuate, chiedendo la nomina dei Commissari straordinari per ciascun intervento” e “di applicare alle predette opere bloccate da anni il Metodo attuato per la ricostruzione del ponte “Morandi” di Genova anche per la Sicilia”.
La partita di Musumeci scorre in parallelo con la richiesta di un altro commissario per la viabilità secondaria. In questo caso non si parla di grandi opere, bensì di toppe e cuciture varie, la cui assenza ha mandato in crisi i collegamenti delle aree interne. Dovrebbero occuparsene le province, ma non esistono più. “Venti mesi fa – aveva detto Musumeci in conferenza stampa – il ministro per le Infrastrutture disse: ‘La Sicilia è ben oltre l’emergenza, buona parte delle strade provinciali è in condizione post bellica, propongo un commissario sul modello Genova’. Ci chiese di condividere il nome di un commissario straordinario, noi abbiamo proposto l’ingegnere Gianluca Ievolella, provveditore opere pubbliche per la Sicilia: a quasi due anni di distanza, ancora da Roma non arriva alcun segnale. Su 14.500 km di strade provinciali, oltre il 50% è chiuso al traffico, la parte rimanente si presenta in una condizione di assoluta insicurezza. La Regione non ha alcuna competenza sulla manutenzione delle strade provinciali, che rimane in capo alle Province – ha aggiunto – Nonostante tutto abbiamo messo a disposizione oltre 200 milioni per intervenire su alcune strade provinciali, ma sono rattoppi. Secondo i nostri tecnici servirebbe almeno 1 miliardo e mezzo di euro per rimettere in sesto le arterie provinciali”.