Ha scelto di visitare la Sicilia in 80 giorni per scoprire le nefandezze del trasporto pubblico (che in parte è come scoprire l’acqua calda, ma non tutti si arrisicano). Stefania Campo non si è tirata indietro. Così, armata di taccuino e pazienza, si è messa in viaggio da Marina di Ragusa, la Riccione della provincia iblea, per cercare di raggiungere le varie destinazioni turistiche dell’Isola. Ha scoperto, ad esempio, che il collegamento con Scicli, che da Marina dista giusto una quindicina di chilometri, è impossibile con una combinazione bus/treno: servirebbero almeno 7 ore. Una follia.
A soddisfare la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, stando ai reportage pubblicati puntualmente sui social, è stata la cabinovia che conduce a Erice. Che, sottolinea l’onorevole, non beneficia di “nessuno dei 74 milioni di finanziamento pubblico come quelli dati dalla regione alle ditte di autobus extraurbani e gli 82 milioni a quelle degli urbani. Forse è proprio questo il segreto del suo successo!”. Il tour itinerante dell’Isola – averlo fatto dimostra sensibilità per la questione – è servito alla Campo per farsi un’idea della gestione del denaro pubblico a Palermo: “Partiamo da un dato: 157 milioni di euro. È questa la cifra spesa dalla regione per finanziare le aziende che si occupano di trasporto pubblico su gomma, a fronte di un servizio scarso, inefficiente e realizzato con mezzi in gran parte sporchi e malfunzionanti”.
“La Regione Siciliana garantisce direttamente, tramite l’AST, solo il 24% delle percorrenze, mentre da decenni finanzia profumatamente la SAIS Trasporti, la SAIS Autolinee e l’Interbus che gestiscono, insieme, un ulteriore 24%. Sempre per non farsi mancare nulla, ‘mamma Regione’ mantiene in vita altre ben 79 aziende disseminate in tutto il territorio siciliano, scoordinate fra loro, con tratte non coincidenti, facendo inutile e dannosa competizione alla ferrovia” segnala la Campo, che ha voglia di intraprendere una vera e propria battaglia parlamentare per l’assegnazione dei collegamenti attraverso bandi di pubblica evidenza. “Non sono mai state fatte delle gare d’appalto. Sono state rilasciate due concessioni nel 1939 e nel 1964. I servizi e i privilegi sono stati prorogati sempre alle stesse ditte fino al dicembre 2019”.
Un tema interessante questo del trasporto pubblico, che costituisce solo parte del lavoro di una deputata regionale alla sua prima legislatura. Iscritta al Meetup dal 2012, la Campo, laureata in Architettura, è il nuovo faro, la nuova punta di diamante del Movimento 5 Stelle nella provincia iblea. Si è conquistata le simpatie di Giancarlo Cancelleri qualche anno fa quando a Ragusa ricoprì per un periodo l’incarico di assessore alla Cultura. Costretta a dimettersi per la posizione equivoca del marito – assunto in una coop legata al Comune – se n’è stata buona in un angolino fino al novembre scorso, quando con una super affermazione elettorale strappò il seggio a Vanessa Ferreri. Voci interne al Movimento attribuiscono a lei la “defenestrazione” del sindaco uscente, Piccitto, anche se i due in pubblico hanno sempre salvato le apparenze e smentito i litigi. Ora che Ragusa ha perso il sindaco grillino, viene a mancare quella rete, quel filo diretto con un governo nazionale “amico”. Occasione forse irripetibile?
Ma è dalla Campo che riparte l’attivismo a Cinque Stelle in provincia. La deputata in questa prima fase di legislatura ha sollecitato a più riprese la presidenza della Regione: per il salvataggio di spiagge e fiumi, per lo spegnimento del Muos di Niscemi, per l’apertura di un centro per la disabilità – bloccato dalla burocrazia – a Pozzallo, per ottenere la continuità territoriale per i piccoli aeroporti (Trapani e Comiso). Queste sono solo le ultime di tante battaglie di una delle figure più produttive dell’Ars (14 interrogazioni all’attivo). Che ha la fissa per i trasporti. E continua a girare la Sicilia: convinta delle sue bellezze e delle sue debolezze.