Nell’interessante intervista di Paolo Mandarà, Igor Gelarda, consigliere comunale a Palermo e ambasciatore della Lega in Sicilia, afferma che intenzione del partito di Matteo Salvini al Sud è quella di chiudere le porte a chi dell’opportunismo ha fatto una virtù. Per carità, le parole dell’ex grillino non fanno una grinza. Anche il suo capo politico, d’altronde, qualche anno fa, parlando del Sud, faceva riferimento, tra le altre cose, proprio a quell’opportunismo che caratterizzerebbe la popolazione del meridione, rincarando poi la dose con l’accusa di connivenza-convenienza con la classe politica che al Sud ha compiuto solo disastri.
Ma non solo di opportunismo Salvini parlava, riferendosi ai cittadini della parte bassa dello Stivale. Parlava anche di mentalità e indole. L’uomo del Sud, secondo Salvini, avrebbe insomma una predisposizione naturale ad essere connivente e complice di un sistema marcio. In poche parole, secondo il dogma salviniano, c’entrerebbe il DNA.
Ma grazie a Dio, sempre secondo il leader della Lega, non tutti giù sono così. Ci sono tante brave persone, diceva Salvini, che vivono e lavorano onestamente. Persone che sono lontane mille miglia da quella mentalità, moralmente integre, votate alla legalità e dedite al conseguimento del bene comune. E soprattutto persone che non sanno nemmeno cos’è l’opportunismo. Ma manco di striscio. E queste persone, immacolate, pure, detentrici della Verità e della Luce, geneticamente diverse dal resto della popolazione, individuate (e solo dopo tesserate) attraverso una rigida selezione, ad oggi, sono quattromila. Un po’ poche, auguriamoci possano aumentare per il bene del Sud.