Con una sentenza ipocrita ed incomprensibile la Corte Costituzionale ha condannato a vivere nella sofferenza atroce molti malati che chiedono solo di morire. Si tratta di una decisione che lascia soddisfatto solo l’egoismo soggettivo di chi non ha alcuna pietà per un prossimo che sopporta ogni giorno dolori infernali e non vuole più dipendere esclusivamente dall’aiuto di terzi o dal sostegno di una macchina che lo aiuta a respirare o ad alimentarsi.
Bigottismo egoista di chi vuole sentirsi in pace con la propria coscienza e non riesce ad accettare che mantenere in vita a tutti i costi un malato corrisponde talvolta ad una vera e propria tortura. Il mio augurio per coloro che la pensano così è di non essere mai costretti a cambiare opinione perché toccati personalmente da una di quelle condizioni in cui la maggioranza dei cittadini italiani invoca la legge sulla eutanasia.
Ricordo loro le parole di monito che Fra Cristoforo rivolge a Don Rodrigo al capitolo V^ dei Promessi Sposi: “Verrà il giorno”. E così è perché lo incontrerà morente nel lazzaretto mentre gli chiede di aiutarlo a non soffrire. Qualora la legge sul suicidio assistito dovesse essere approvata in Parlamento nei prossimi mesi (ma a questo punto ho molti dubbi che ciò possa avvenire) assisteremmo ad una ipocrisia crudele e pilatesca e cioè ad una legge che lascia al malato il compito di eseguire come ultimo atto della propria vita l’apertura di un deflussore che gli infonderà il farmaco letale. E tutto questo mentre un medico lo osserverà, in modo distaccato, perché non avrà il coraggio o l’autorizzazione a compiere lui questo ultimo gesto di misericordia e pietà.
“Libera Chiesa in libero Stato” è una regola che non vedo più attuale in Italia soprattutto quando si parla di diritti civili che periodicamente vengono messi in discussione da chi dovrebbe limitarsi a guidare spiritualmente il popolo dei credenti e lasciare libero di autodeterminarsi almeno chi non ha il dono della fede. Ma noi italiani siamo fatti così…
Deve essere chiaro a tutti però che la nostra battaglia per l’eutanasia legale e per il suicidio assistito è appena iniziata e che in Parlamento faremo di tutto per approvare una legge che restituisca ai cittadini il diritto di autodeterminarsi alla fine della propria vita.
Giorgio Trizzino, ex deputato del Movimento 5 Stelle, è stato direttore sanitario dell’ospedale Pediatrico e “Civico” di Palermo