Il voto nelle ex province non si farà. Un disegno di legge trasversale, approvato questo pomeriggio all’Ars, ha fatto slittare le elezioni di secondo livello, previste per il 22 gennaio. Fra le proteste di Diventerà Bellissima e del governo, che hanno fatto resistenza fino alla fine, è passato anche un emendamento della deputata dei Cinque Stelle, Gianina Ciancio, che prevede, nelle more dell’insediamento degli organi, che le funzioni dei Consigli metropolitani e dei Liberi Consorzi siano svolti rispettivamente dalla Conferenza metropolitana e dall’Assemblea del Libero Consorzio, i quali “adottano un regolamento provvisorio per il loro funzionamento e assumono temporaneamente il ruolo di organi di indirizzo politico e di controllo dell’ente di area vasta”. In questo modo, sostiene la Ciancio, “si concluderà la lunga stagione dei commissari che hanno gestito in toto questi enti. Si tratta chiaramente di un regime transitorio – commenta – ma che copre un vuoto lasciato dal governo, finora incapace di proporre una soluzione mediata con la maggioranza”. L’iniziativa, condivisa da Lupo (Pd), prevede di “insediare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge (…) le assemblee dei Liberi consorzi e le conferenze metropolitane di cui sono componenti tutti i sindaci facenti parte delle nove circoscrizioni provinciali”.
Sia Forza Italia che la Lega hanno votato a favore del rinvio del voto negli enti d’area vasta, mentre si sono detti contrari Diventerà Bellissima e Fratelli d’Italia. Durissima l’arringa degli assessori Cordaro e Falcone, che non è bastata però a convincere gli altri partiti della coalizione. A fine seduta il segretario del Pd Barbagallo ha certificato la sfaldatura della maggioranza: “Il ddl sulle Province che è stato approvato oggi, con il parere contrario del governo e dopo l’intervento accorato del capogruppo e dei componenti dello stesso gruppo parlamentare del presidente della Regione, mostra chiaramente che il presidente non ha più una maggioranza, anzi è meglio dire che non può più contare sulla maggioranza con la quale si è presentato ai siciliani. Sulle province – ha aggiunto – abbiamo assistito all’ennesima ‘debacle’ del governo regionale dopo quelle di altre riforme fondamentali quali sono quelle dei rifiuti e dell’idrico. Il presidente Musumeci prenda atto del fallimento e rassegni le dimissioni liberando la Sicilia ed i siciliani dal governo più inconcludente della storia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il M5s: “Musumeci è sempre più solo, plastica immagine di un governo ormai allo sbando”.
“La norma sulle ex Province approvata all’Ars è insensata e penalizzerà ancora di più la gestione del territorio. Per questo motivo Diventerà Bellissima si è astenuta”. Così il capogruppo Alessandro Aricò, che prima era partito all’attacco di Pd e Cinque Stelle: “Dopo avere detto e fatto di tutto per l’abolizione delle Province, a distanza di ben otto anni finalmente ammettono l’errore. La loro demagogia ha prodotto solo danni, poiché le ex Province sono state svuotate delle funzioni e i cittadini privati della possibilità di eleggere direttamente i propri rappresentanti. La paralisi amministrativa che ne è derivata ha avuto gravi ripercussioni su servizi pubblici essenziali come, ad esempio, le infrastrutture viarie e la scuola. Noi siamo per ridare la parola ai cittadini consentendogli nuovamente di eleggere per via diretta i propri rappresentanti. Tuttavia, nelle more di questa riforma, riteniamo che le attuali gestioni commissariali in Sicilia debbano concludersi prima possibile. Pertanto siamo contrari a un ulteriore rinvio della consultazione elettorale, a maggior ragione se fissato in un arco temporale- quello tra agosto e dicembre 2022- che andrebbe a sovrapporsi con le Regionali”.
Di tutt’altro avviso i leghisti Catalfamo e Figuccia: “Oggi in aula abbiamo chiesto e ottenuto il rinvio delle elezioni di secondo livello e tracciato la strada che auspicabilmente potrebbe portare, attraverso un disegno di legge su cui lavoreremo nelle prossime settimane, al ripristino delle elezioni dirette dei rappresentanti delle province. Questo garantirebbe maggiore rappresentatività ai territori, specialmente a quelle porzioni che attualmente soffrono per la condizione di abbandono delle strade, delle scuole e di alcuni servizi essenziali per la popolazione”.
Il presidente dell’Assemblea, Gianfranco Miccichè, nel frattempo ha comunicato l’iter per l’approvazione delle variazioni di Bilancio. Il disegno di legge è stato assegnato in mattinata alle commissioni di merito e alla seconda commissione. Quest’ultima dovrà pronunciarsi entro sabato. Lunedì la proposta sarà incardinata in aula, con la scadenza degli emendamenti prevista per martedì 21, quando inizierà la votazione. Micciché ha spiegato che il ddl va esitato entro mercoledì 22, ultima data utile per consentire alla tesoreria (che a fine anno chiude) di liquidare i pagamenti. Il via libera di Miccichè è arrivato dopo la comunicazione, da parte del governo nazionale, che verranno liberati i 66 milioni a favore della Sicilia. “La firma non c’è, ma abbiamo ricevuto le assicurazioni necessarie”, ha spiegato. L’ultimo treno sta per passare.