Riparte da un libro per bambini Simonetta Agnello Hornby: si chiama “Rosie e gli scoiattoli di St James” (ed. Giunti), un volume che, abbandonando gli scenari siciliani che le hanno dato fama, porta l’attenzione di questa avvocatessa nata a Palermo ma residente a Londra su temi molto complessi: la separazione dei genitori, la Brexit, l’impatto con gli stranieri. Perché la magia della Hornby è proprio questa: saltare da una realtà all’altra sempre con la stessa coerenza rappresentata da un unico fil rouge: l’impegno per le donne, per i deboli, per la solidarietà. Ora è la volta di spiegare i problemi contemporanei ai più piccoli.

Il volume, però, riacquista una valenza tutta siciliana per via delle illustrazioni che sono firmate da Mariolina Camilleri – eh sì, la figlia del creatore di Montalbano – a formare un unicum che lega cultura e isola, apertura e amore per i più giovani. Sarà in libreria dal 27 settembre.

Un talento multiforme Simonetta. Partita dai temi della campagna siciliana e della sua vita, lo ha dipanato in seguito sia attraverso la scrittura sia con media più moderni. Del 2016 il docu-reality “Io & George” (in onda sui Rai 3) dove, in un viaggio col figlio affetto da sclerosi multipla, sottolineava – in modo piacevole ma terribilmente esatto, senza censure o vittimismi – i problemi dei disabili nella vita e nelle città. Per il suo George in carrozzina e tutti coloro che hanno difficoltà di movimento. Un’attenzione figlia dell’Europa o della Sicilia? Probabilmente in parti uguali. “Nella mia famiglia – ha dichiarato in quell’occasione – con normalità”. E avanti così.

In un secondo scritto corredato da un film “Nessuno può volare” (Feltrinelli) ha poi approfondito anche il tema dell’arte e della disabilità. George, coprotagonista, è a sua volta avvocato. Ha fatto la giudice a Forum e espanso le sue idee in ogni modo tenendo insieme tradizione e innovazione, Sicilia e Gran Bretagna.

Vive a Londra, dove si è trasferita nel 1972 e ha aperto uno studio a Brixton focalizzando il suo interesse sui problemi delle comunità di colore. E, sempre per il suo impegno civile, ha mutuato dall’esperienza inglese e mirabilmente spiegato per gli italiani un importante esperimento anglosassone per il contenimento dei femminicidi. Il volume si intitola “Il male che si deve raccontare”. Per cancellare la violenza domestica (Feltrinelli, con Marina Calloni) ed è l’unica versione italiana di un programma operativo che è riuscito negli anni a fermare il fenomeno nelle terre di sua Maestà.

Londra e Palermo, quindi. Ma anche Europa, letteratura, viaggi, libri di successo fra cui quel “La Mennulara” (Feltrinelli) che l’ha resa celebre nel 2002. Sicilia arcaica con tutti i suoi difetti – il pettegolezzo, l’attaccamento viscerale alla robba, il maschilismo diffuso – ma un’aria nuova con cui questi temi venivano affrontati e risolti. Amore per il passato ma nessuna nostalgia per la sua parte negativa. Amore anche per le donne sempre complesse, sempre narrate con un occhio arguto, attento, affettuoso. Senza sconti per nessuno.

Le sue figure femminili, al centro di romanzi di ampio successo, sono sfaccettate, ariose. Sullo sfondo l’isola con i suoi problemi di oggi e di sempre e la convinzione della possibilità di cambiare la realtà attraverso la volontà e l’azione. Squisita gentildonna appassionata della propria vita, Simonetta Agnello Hornby ama molto i piatti siciliani perché – ha spiegato – cucinare è cultura. Pane, torte, crostate, la ciclicità della frutta e la necessità di consumarla e di conservarla fanno sognare odori e sapori mentre si legge il mémoir “Un filo d’olio” (Sellerio).

Un nucleo di Sicilia purissima: la casa familiare in campagna col mare all’orizzonte, i ricordi infantili, le ricette ideate per esaltare i prodotti, la magica solidarietà delle zie che si scambiavano arte e torte per rendere felice la famiglia e non sprecare nulla di quello che la tenuta produceva. Durissimo e senza soste il compito quotidiano delle donne, sempre gentili e tenere nonostante la fatica. Un lavoro che, narrato da lei, sembra lieve e lascia in bocca la dolcezza della nostalgia.