Revoca dei presidi nei punti nevralgici e costituzione di un tavolo permanente alla Regione Siciliana con la partecipazione dei grandi e piccoli autotrasportatori e della committenza. E’ quanto deciso a conclusione di un incontro avvenuto questo pomeriggio al PalaRegione di Catania, promosso dalla presidenza della Regione e dall’assessorato ai Trasporti, tra organizzazioni sindacali e i grandi gruppi della Grande distribuzione organizzata. Le aziende si sono impegnate, alla ripresa delle consegne, ad aumentare il pagamento del lavoro agli autotrasportatori che, con la Regione, saranno presenti al tavolo che sarà aperto dal governo a Roma. “Siamo un po’ contenti – ha spiegato il leader dell’Aias, Giuseppe Richichi – ma le nostre problematiche dovranno essere affrontate per definire le criticità ed aiutare la categoria che si trova in grande difficoltà”.
La conferma del ‘rompete le righe’ arriva anche dall’assessore Falcone: “Domattina al PalaRegione di Catania, alle 9.30, riapriremo i lavori del tavolo tecnico voluto dal governo Musumeci con autotrasportatori, produttori e rappresentati della Gdo per approfondire ulteriormente le proposte di accordo emerse oggi dalle interlocuzioni fra le parti. La vertenza, infatti, rimane aperta e trova il pieno sostegno della Regione, poiché i problemi degli autotrasportatori restano tutti sul tappeto nella loro gravità. Il tavolo tecnico regionale rimane convocato in maniera permanente, per avanzare le proposte a Roma e tenere alta l’attenzione di tutti. Il governo Draghi, infatti, non può girarsi dall’altra parte, ma deve invece intervenire in maniera strutturale in favore di un comparto che mai come oggi sta scontando il prezzo della crisi e dell’impennata dei costi, a iniziare dai carburanti. La prossima settimana saremo a Roma per convincere il ministro Giovannini a mettere in campo interventi realmente risolutivi”.
La protesta ha già avuto effetti nefasti su agricoltori e fiorai, che non riescono a piazzare la merce; sugli allevatori; sugli scaffali dei supermercati, che si sono lentamente svuotati; e sulle stazioni di servizio, ormai a secco di carburanti. A questo si aggiunge la preoccupazione per la guerra in Ucraina, che potrebbe contribuire a far impennare il costo di benzina e gasolio, già ai massimi. Ieri Giovannini aveva rassicurato Musumeci sull’impegno del governo nazionale a valutare possibili soluzioni. Oggi il presidente della Regione è tornato alla carica: “Il permanere della vertenza degli autotrasportatori per il caro carburanti rischia di appesantire, ancora di più, una situazione economica già difficile nelle regioni meridionali. Situazione che si sta aggravando anche a causa del conflitto in Ucraina, ma che coinvolge tutte le nazioni europee e quindi anche noi. Per questo motivo, dopo avere sentito il collega governatore della Puglia Michele Emiliano, abbiamo concordato con il presidente della Conferenza della Regioni, Massimiliano Fedriga, di intervenire sul governo nazionale: servono provvedimenti urgenti e risolutivi”.
Anche il segretario della Lega, Nino Minardo, ha provato a farsi carico della vicenda: “Mercoledì prossimo incontrerò il vice ministro alle infrastrutture Alessandro Morelli per pianificare una serie di ulteriori interventi che contrastino rapidamente il “caro gasolio”. Assieme a me ci saranno i rappresentanti siciliani degli autotrasportatori e una delegazione dei deputati della Lega Sicilia all’ARS. Le Lega è pronta ad inserire un emendamento nel Decreto Energia, compensativo dei danni che stanno subendo le imprese e i lavoratori dell’autotrasporto su gomma e che renda ancora più affidaci le misure già previste. Con un ulteriore contributo per le cosiddette “autostrade del mare” e un calmierante del costo del carburante saremo in grado di dare un altro segnale concreto in questa situazione straordinaria e molto difficile. Per quello che riguarda la Regione Siciliana, dopo l’annuncio mi aspetto che i 10 milioni di euro di competenza regionale siano immediatamente disponibili; su questo il gruppo parlamentare della Lega all’ARS è al lavoro con alcune proposte specifiche e sta già incalzando l’esecutivo in maniera che si passi subito dalle parole ai fatti”.
“Il blocco dei tir sta facendo peggiorare la situazione dell’agricoltura siciliana di ora in ora – scriveva in una nota Coldiretti Sicilia – In questo momento siamo in piena campagna agrumicola, significa che c’è il lavoro di un intero anno di migliaia di persone che sarà buttato non solo perché è bloccato nell’Isola ma soprattutto perché stanno fioccando le disdette di ordini che vengono siglati con paesi esteri. Sugli scaffali della grande distribuzione organizzata non ci sarà un agrume siciliano compreso il famoso Limone Interdonato così come gli ortaggi tra cui il pomodoro di Pachino”. Bloccando la raccolta e il confezionamento di tutte le produzioni “si ferma l’intero sistema economico: la gente sta a casa. Le proteste vanno fatte con le giuste modalità e il supporto delle istituzioni regionali a chi non mostra certo le regole è davvero un comportamento che dà le spalle a tutto il sistema agricolo siciliano. Non c’è un solo comparto che non stia subendo i contraccolpi di questa situazione. Da quello zootecnico, con latte, formaggi yogurt e animali da vita bloccati, a quello ortofrutticolo fino ai frutti tropicali su cui gli agricoltori hanno investito proprio perché esportati”.