La triste illusione dello smart working

Vorrebbero farci credere che la regione più elefantiaca d’Italia, con tredicimila dipendenti sul groppone (e per questo a lungo sbeffeggiata), sia diventata improvvisamente la più agile. Stando agli ultimi dati sullo smart working – diramati ieri del Ministero della Pubblica Amministrazione e accolti con estasi dall’assessore alla funzione pubblica Bernadette Grasso e dal vice-governatore Gaetano Armao – è venuto fuori che, durante la pandemia, in 7.800 abbiano lavorato da casa. Il numero più alto d’Italia. Peccato che la seconda regione, per numero di impiegati (e non di “lavoratori agili”) sia il Lazio con 4.500 unità. Ci fa un baffo. Tutte le altre, compresa la Lombardia, arrossiscono al confronto (il terzo gradino del podio è occupato dalla Campania, l’Umbria ne ha appena un migliaio).

In questa speciale classifica, insomma, la Sicilia poteva essere soltanto prima. Fra l’altro, considerata l’incidenza dello smart working sul personale dipendente, l’Isola raggiunge appena il 60%, al netto – dice l’assessore Grasso – di chi non ha potuto operare da casa (come i custodi di musei e forestali). Armao si è congratulata con la Grasso e con la direzione informatica “che hanno assicurato questo risultato”. Grasso si è congratulata con Musumeci “che ci ha spronato a mettere in campo nuovi interventi per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione”. Ma nessuno si è congratulato con Scavone che, nonostante il gran numero dei dipendenti a propria disposizione (nei Centri per l’impiego lavorano 1.700 persone più i navigator), fino a ieri non era riuscito a inoltrare nessuna pratica relativa alla Cassa integrazione in deroga.

Un problema tecnico ha ostruito i canali tra gli ex uffici di collocamento e l’Inps, che avrebbe dovuto provvedere all’erogazione delle somme. A questo punto, serviranno un paio di settimane per concludere l’iter. Fra i tanti problemi segnalati in queste ore, c’è pure un pasticcio legato alla privacy: “Sul sito web del Dipartimento regionale del lavoro – segnalano alcuni deputati del Movimento 5 Stelle – tutti i decreti già emessi sono visionabili con tanto di dati delle aziende e dei beneficiari”. Quasi 140 mila siciliani, che non prendono lo stipendio dall’inizio della pandemia, sono rimasti al verde. E i loro nomi sono visibili a tutti. Ecco perché la classifica dello smart working ha solo il sapore della beffa.

Paolo Mandarà :Giovane siciliano di ampie speranze

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