«Il rifornimento di acqua a Licata per mezzo della nave cisterna della Marina militare è risultato caro rispetto al quantitativo fornito e pertanto abbiamo chiesto una doverosa verifica dei costi ed eventuali soluzioni alternative, in quanto la nave è comunque utile per affrontare l’attuale fase di emergenza. Pertanto, in attesa dei chiarimenti richiesti, il servizio è sospeso per qualche giorno». Lo dice il capo della Protezione civile siciliana e coordinatore della cabina di regia per l’emergenza idrica, Salvo Cocina, che ha inviato una nota al dipartimento nazionale della Protezione civile e al Comando operativo di vertice interforze.
«È stato possibile calcolare i costi – prosegue il dirigente – solo dopo aver effettuato il primo trasporto. In base al tempo impiegato per le operazioni di carico e di scarico e per il tragitto di andata e ritorno, ogni viaggio costa circa 50 mila euro, per una spesa pari a 43 euro a metro cubo”. Si tratta di una cifra folle, col Prefetto di Agrigento che aveva già fiutato il rischio (“Costa meno l’acqua minerale in bottiglia”, aveva detto al Giornale di Sicilia). Basti pensare che il prezzo imposto a Siciliacque dall’ex assessore all’Energia, Alberto Pierobon, era di 0,69 euro al metro cubo. Schifani aveva annunciato la misura della nave cisterna all’inizio di luglio, il primo e unico viaggio dell’imbarcazione Ticino della Marina Militare, invece, è del 26. E la Cabina di regia? Non pervenuta.
“Ringraziamo il dipartimento nazionale della Protezione civile, il Covi e la Marina militare per la disponibilità offerta – ha detto Cocina – e chiediamo di verificare i conteggi e valutare eventuali soluzioni diverse a un costo inferiore. Nel contempo, vogliamo rassicurare la comunità dell’Agrigentino che la Regione si è già adoperata per individuare fonti di approvvigionamento, di capacità anche superiore».