Sul Salva Sicilia, dopo la giornata di giubilo del centrodestra, si registra la brusca frenata della commissione Bilancio dell’Ars, tenuta a esprimersi su un disegno di legge che prevede di reinvestire i 200 milioni frutto dell’accordo fra Schifani e Giorgetti come compensazione per la compartecipazione alla spesa sanitaria da parte della Regione. Cateno De Luca, fra i più duri, annuncia una mozione di sfiducia nei confronti del governatore per ‘alto tradimento’: “Abbiamo registrato l’imbarazzo di Falcone che a mia specifica domanda, cioè se era stata fatta una delibera di giunta, non ha saputo rispondere e ha chiamato gli uffici – è stata la spiegazione dell’ex sindaco di Messina a Live Sicilia – Alla fine la risposta è che neanche la delibera di giunta esiste”, spiega De Luca.
“Schifani ha sostanzialmente condotto una trattativa privata con il buon Giorgetti – riassume poi -. La cosa grave è che in commissione bilancio portano una variazione di bilancio per inscrivere queste somme frutto di una trattativa e di una legge che ancora non è legge, perché per quanto riguarda questa somma che è prevista nella legge di stabilità nazionale che è ancora in discussione alla Camera, poi deve andare al Senato e sarà legge solo dopo la pubblicazione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Luigi Sunseri, del Movimento 5 Stelle: “Il governo Schifani conferma di essere totalmente nel pallone. Oggi l’assessore Falcone in commissione Bilancio ha annunciato la presentazione di un emendamento che sopprime l’articolo uno del disegno di legge presentato dallo stesso esecutivo appena 24 ore prima. Siamo all’assurdo. In soldoni, i 200 milioni che dovrebbero arrivare da Roma non saranno usati ora, ma solo l’anno prossimo. Del resto era prevedibile, stiamo parlando di una cosa che ancora non esiste, dovendo la legge di stabilità essere ancora approvata a Roma”.
Per Antonello Cracolici (Pd) “il governo ha appena compiuto il primo passo verso la prossima finanziaria ed è già nel caos: nell’ambito delle variazioni di bilancio ha presentato in commissione l’accordo con lo Stato che riconosce circa 200 milioni di euro per la Sicilia. Peccato che il governo non abbia mai discusso questo accordo né in commissione e neppure in aula, e soprattutto peccato che a fronte di appena 200 milioni la Sicilia, in base allo stesso accordo, rinuncia ad una somma di circa nove miliardi”.
A difendere il governo è Luca Sammartino, vice di Schifani: “Temo che l’onorevole Cateno De Luca, politico di esperienza, non abbia avuto il tempo di leggere le carte e questo lo ha indotto a sbagliare la sua analisi. Infatti – prosegue – il credito non è stato mai realmente riconosciuto da nessuno. Anzi, ci sono due sentenze della Corte Costituzionale che vanno esattamente nella direzione opposta. La prima è la 246 del 2012, quando la Regione impugnò il bilancio dello Stato proprio in merito a queste risorse e la Consulta considerò la richiesta inammissibile. La seconda è la 62 del 2020 con la quale è stato accolto il ricorso dello Stato contro la legge regionale 8 del 2018 che metteva in bilancio somme riferibili a questo presunto credito. Proprio da quest’ultima decisione è arrivato l’invito della Corte a trovare un accordo tra i due governi”.
“Dopo 15 anni, per la prima volta – conclude Sammartino – c’è un governo regionale che ha ottenuto dei risultati concreti: l’intesa, infatti, non riguarda solo i 200 milioni di euro ma prevede altri benefici economici per la Regione Siciliana anche nel 2023 e negli anni successivi. Inoltre, viene stabilito il principio che lo Stato deve rivedere il meccanismo di partecipazione della Regione alla spesa sanitaria”.