La favola dei “Me contro Te” diventa roba da… grandi. I due youtuber siciliani, Sofia Scalia e Luigi Calagna, reduci da uno strepitoso successo al cinema (hanno incassato più di Checco Zalone), durante la quarantena si sono dovuti reinventare. Mantenendo, però, lo stile di sempre. Così hanno cominciato a raccontare ai bambini cos’è il Coronavirus, lanciando in aria coriandoli che si sono depositati ovunque: “Abbiamo provato a spiegare cos’è il contagio. Ma li abbiamo anche rassicurati, e ci siamo raccomandati con loro sul lavarsi bene le mani – hanno detto i due in una intervista al Corriere della Sera – Tanti genitori ci hanno ringraziato e fin dall’inizio dell’emergenza Covid ci hanno chiesto un nuovo libro per intrattenere i più piccoli. E il destino ha voluto che fosse già in realizzazione”. Esce oggi. Si chiama “Sfida il signor S con Luì e Sofì”.
I precedenti fantalibri di questa coppia che fa divertire le famiglie e sognare le case editoriali, avevano venduto 500 mila copie. Le promesse per un altro boom ci sono tutte. Sofia e Luigi, rispettivamente 23 e 27 anni, hanno cominciato la loro scalata quasi per caso, pubblicando video su Youtube: oggi il loro canale conta 5 milioni di iscritti e 4 miliardi di visualizzazioni. “Questo signor S ostacola tutto ciò che noi proponiamo – spiegano i “Me contro te”, a proposito dell’ultimo esperimento – E il fatto di non averlo mai visto in faccia è una grande leva di attrazione. Ma i bimbi in fondo sanno che da noi il bene vince sempre sul male”.
Il legame con questo target di pubblico così giovane si è sedimentato durante il periodo dell’isolamento: “Penso che i bimbi sentano e capiscano che noi crediamo in noi stessi, che se vuoi davvero perseguire un sogno ce la puoi fare come abbiamo fatto noi, da un piccolo paesino della Sicilia. È un messaggio che arriva al loro cuore. Non a caso, tantissimi ragazzini oggi desiderano fare gli youtuber”. Il prossimo obiettivo – dopo il cinema, i libri e la televisione – è “un live tour, girando i teatri con tanti spettacoli dal vivo, ma certo questo non è il momento”. Anche i bambini se ne faranno una ragione.