“Capisco l’imbarazzo degli alleati che sono andati a trovarlo a casa, ma dire sì a Berlusconi significa accontentarsi di non conquistare un voto in più di quelli di cui già dispone la coalizione. È una scelta perdente. Se non si fossero dimenticati di invitarmi, gliel’avrei detto”. Cos Vittorio Sgarbi, a Repubblica, smonta pezzo per pezzo la candidatura di Berlusconi per il dopo Mattarella, al Quirinale. Il deputato e critico d’arte non concorda con la scelta della coalizione di centrodestra, che fra l’altro non è ancora definitiva: “Berlusconi è convinto di poter prendere voti anche fuori dallo schieramento? È un teorema impossibile. Non avrebbe i voti di Renzi e neppure quelli degli ex grillini. Non può farcela”. E ancora: “Meglio intestarsi, a nome della coalizione, il nome di Draghi. L’unico modo per mettere nell’angolo il Pd è sottrargli la primogenitura sulla candidatura del premier, farla propria e così comandare il gioco. Si terrebbe davvero unito il centrodestra, con Giorgia Meloni pienamente partecipe, e si promuoverebbe una convergenza ampia”. Silvio, inoltre, non uscirebbe di scena: “Berlusconi che ha 86 anni potrebbe ritagliarsi un ruolo da regista e farsi garantire — magari con l’intercessione di Salvini o di qualcuno per lui — un posto di senatore a vita che sarebbe un giusto risarcimento per le ingiustizie patite”.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Sgarbi: “Sbaglia. Faccia il senatore a vita”
silvio berlusconivittorio sgarbi
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