Caterina Chinnici continua a mantenere il profilo basso. Dopo non aver dato giudizi (richiesti) sul governo Musumeci durante la campagna delle primarie, la candidata a succedergli è si è rifatta viva all’indomani delle dimissioni del governatore in carica con una dichiarazione molto formale: “Le dimissioni del presidente Musumeci e il conseguente accorpamento delle elezioni regionali con le politiche, fissate per il 25 settembre, offrono agli elettori l’occasione per scrivere una pagina nuova, anticipando di due mesi la svolta amministrativa di cui la Sicilia ha bisogno. Le motivazioni dichiarate hanno fatto da contraltare a un mese e mezzo di prolungata suspense, ma alla fine contano unicamente i risvolti pratici della decisione: in ottica generale, un risparmio di risorse pubbliche e, per il resto, solo una modifica della tabella di marcia, che ora avvicina di molto l’inizio della campagna elettorale”. Troppo poco, forse: “Per quanto ci riguarda – ha aggiunto – questo ci proietta verso una definizione necessariamente più rapida del programma di coalizione, ma si tratta solo di imprimere un’accelerazione all’agenda degli incontri, sia interni che allargati, per la messa a punto dei dettagli della proposta che presenteremo per un governo che, questo è certo, dovrà avere una fortissima impronta istituzionale e la capacità di dialogare autorevolmente con le istituzioni nazionali ed europee”. E infine le solite proposte scritte sulla sabbia: “Un governo che si metta al servizio della collettività, che tenga al centro le persone e si occupi dei giovani, che operi con rigore per l’uso sia efficiente che trasparente dei fondi UE e di ogni centesimo dei contribuenti, che lavori per i diritti e la giustizia sociale, per la crescita economica, che genera lavoro, e per la sua sostenibilità, per la tutela ambientale, per supportare l’innovazione e le start up, per rafforzare il comparto turistico e quello culturale. C’è un grande lavoro da svolgere”.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
“Serve che la Chinnici inizi a fare politica”
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