Senza bilancio e senza governo

Giuseppe Lupo è il capogruppo del Partito Democratico all'Ars. Critiche feroci per il governo: "Una barca alla deriva"

Il Bilancio regionale rischia di trasformarsi nell’orlo di un burrone. E la maggioranza a guida Musumeci rischia di finirci dentro. Lo strumento finanziario che, forse con troppo ottimismo, il governatore pensava di far approvare all’Ars tra Natale e Capodanno, non è ancora arrivato in aula per la discussione. E’ fermo in Commissione Bilancio, impantanato in circa 1000 fra emendamenti e sub-emendamenti. Buona parte di questi arrivano dai deputati che compongono la maggioranza risicata di Sala d’Ercole, ma numerosi portano la firma degli assessori. Cioè da coloro che in prima battuta, assieme a Musumeci, avevano approvato la manovra in giunta, prima di trasmettere gli atti al Parlamento. E questo, secondo l’opposizione, è sintomo di malessere: “Questo Bilancio è sabotato da chi l’ha scritto – si lamenta il capogruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo – Deputati di maggioranza e componenti della giunta hanno presentato emendamenti per 100 milioni di euro. Se un governo approva la manovra dovrebbe essere il primo a rispettarla. Questo atteggiamento rischia di far saltare il banco”.

Come legge il Pd questo clima da ultima sfida?

“Il fatto è che non esiste un governo. Mancano una direzione politica, una strategia, un programma per la Sicilia. Ogni assessore è per i fatti propri, senza alcuna sintonia col presidente, e non rispetta ciò che viene deliberato in giunta”.

Cosa chiederà nel corso della conferenza dei capigruppo convocata per domani?

“In materia, è il governo a dover avanzare delle proposte e dei disegni di legge. Vogliamo sapere cos’hanno in mente. Capire – realmente – se presenteranno un “collegato” alla Finanziaria e quali saranno i contenuti. E poi ridefinire l’iter e i tempi d’approvazione. Ma nel rispetto di quelle che sono le esigenze vere della Sicilia. Non una ammucchiata di emendamenti inutili, dispendiosi e clientelari, ma progetti che siano utili per le riforme di settore, per lo sviluppo e il lavoro”.

Crede che la presentazione di un “collegato”, che la giunta ha appena approvato, potrà migliorare le cose?

“Si chiama “collegato” perché nell’iter parlamentare dovrebbe procedere congiuntamente alla Finanziaria. Ma il “collegato” ha bisogno di tempo per l’esame nelle commissioni di merito, per gli emendamenti. Questo non può che peggiorare le cose… La maggioranza purtroppo ha un’idea insufficiente e inadeguata rispetto ai bisogni della Sicilia. E non vorrei che la sua idea di manovra sia semplicemente comporre, mettere insieme i diversi emendamenti che nascono dalle aspettative dei singoli deputati e trasformarli in un “collegato”. Musumeci li ritiri”.

Quale sarà il contributo del Pd?

“Abbiamo presentato diversi emendamenti di ordine generale. Vogliamo più servizi sociali per i cittadini, con un finanziamento da 90 milioni per Comuni, Liberi Consorzi e città metropolitane; proponiamo la riduzione dell’imposta addizionale Irpef per le fasce più basse di reddito e le detrazioni per le categorie più svantaggiate, in particolare per i redditi che derivano da cassa integrazione, dagli assegni di sostegno al reddito e da trattamenti di disoccupazione; vogliamo rifinanziare i crediti d’imposta per gli investimenti e l’occupazione nelle zone franche urbane, sostenendo le imprese e il lavoro produttivo. Poi, serve un milione di euro – che sappiamo già non essere abbastanza – da destinare a un fondo emergenze per gli eventi calamitosi, andando incontro ai bisogni delle persone che hanno subito danni, a partire dalle popolazioni terremotate dell’Etna. Inoltre, proponiamo la riduzione dei ticket sanitari per gli esami diagnostici e le visite specialistiche, e il rimborso, già previsto per legge (ma nel Bilancio mancano le risorse), degli oneri fiscali agli imprenditori che hanno denunciato estorsioni. Chiediamo, infine, di sostenere le associazioni anti-racket e anti-usura, i cui capitoli di spesa sono stati letteralmente falcidiati. I tagli del governo per la lotta al racket sono vergognosi, così come quelli per il sociale e per lo sport. Questi capitoli di spesa vanno rifinanziati”.

Alcuni suoi colleghi del Pd se la sono presa con Armao e con il governo per aver snobbato il lavoro del Parlamento. L’assessore all’Economia, anziché partecipare alla discussione, si è presentato in aula pochi minuti prima che si chiudesse la seduta…

“E’ chiaro che c’è un crollo istituzionale da parte dell’esecutivo. Ma non è solo una mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento. Il governo è una barca alla deriva e i suoi componenti hanno delle difficoltà a venire all’Ars e riferire cosa intendono fare. Neanche loro hanno capito cosa vogliono”.

Da questo deriva l’apertura di Musumeci nei confronti del Movimento 5 Stelle?

“Tra Musumeci e Forza Italia c’è uno scontro in atto. Da qui l’apertura a Cancelleri dopo che, in prossimità delle vacanze natalizie, il governatore aveva definito i grillini una calamità naturale. Incredibilmente il M5S sta cedendo alle lusinghe, si stanno riunendo per capire se accettare o meno la corte. Ma attenzione, Musumeci non li ha invitati a scrivere un contratto insieme, ma ad aggiungere qualcosa a quello con cui ha vinto le elezioni. Ma il programma del centrodestra e quello del Movimento non erano inconciliabili? C’è anche un altro elemento di incoerenza…”.

Quale?

“Da un lato Musumeci propone un accordo coi Cinque Stelle. Dall’altro Miccichè vuole un fronte anti-populista. Pro-populisti e anti-populisti si scontrano. Questa è una divaricazione profonda che ha paralizzato il governo e l’assemblea regionale. Se poi ci mettiamo l’assalto alle casse regionali, con questi emendamenti che potrebbero incidere per 100 milioni sulla spesa, e che la campagna per le elezioni Europee è già avviata, ne viene fuori una miscela esplosiva. Che ha spaccato il governo”.

Il Pd si è trovato sabato in 100 piazze italiane. E’ il primo segno di vitalità dopo la campagna congressuale…

“Il partito è unito contro il governo di Salvini e Di Maio. Un governo a trazione leghista, che mette in campo politiche anti-meridionali e anti-sociali. La nostra è un’opposizione dura, fatta di partecipazione e proposte, che serve al Paese”.

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