Mentre l’assessore al Turismo, Elvira Amata, celebra l’arrivo di Harrison Ford in Sicilia ed elogia l’organizzazione del Taormina Film Fest – anche se la fondazione che l’organizza, TaoArte, è allo sconquasso – i suoi uffici portano avanti il “lavoro sporco”. Che fra le altre cose, prevede la revoca dei contratti sottoscritti con gli albergatori per avere indietro la prima tranche da 6 milioni investita sul programma SeeSicily, il fiore all’occhiello dell’amministrazione Musumeci. Si tratta, in pratica, di soldi impegnati (talvolta solo promessi) per servizi mai resi.
L’iniziativa, avviata dall’ex assessore Manlio Messina, anch’egli di Fratelli d’Italia come la Amata, è costata alle casse di Palazzo d’Orleans 70 milioni. Sebbene i posti letto siano stati “sacrificati” sull’altare della notorietà (per info rivolgersi al gruppo Cairo, a Publitalia ‘80 e a Ballando con le Stelle, che hanno garantito ampia cassa di risonanza alle iniziative della Regione) anche le risorse destinate alla missione originaria – cioè garantire un pernottamento gratuito ogni tre ai visitatori – sono andati persi. La Regione ha pagato gli albergatori secondo la formula “vuoto per pieno”, cioè anticipando i soldi, ma complice la procedura ingarbugliata d’accesso ai benefici da parte degli utilizzatori finali, solo il 13,4% di questi 6 milioni e 400 mila euro (appena 875 mila euro) è stata utilizzata. Il fatto che la Regione li rivoglia indietro conferma il buco nell’acqua, ma soprattutto stoppa qualsiasi velleità di rinnovare la misura, che l’assessore Amata aveva improvvidamente esternato nei giorni dello scandalo. A marzo.
SeeSicily è un mostro a più teste. Al netto dell’ultimo fallimento, sbandierato dalle lettere di recesso indirizzate ad alcuni alberghi, ci sono altri aspetti della vicenda che non tornano. Persino la Commissione Europea, di recente, ha minacciato la possibile interruzione “dei termini di pagamento alle operazioni connesse” al programma, perché sospetta che “le spese siano connesse a irregolarità con gravi conseguenze finanziarie”. I fondi utilizzati per la campagna, infatti, sono a valere sui Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr). Come si apprende da un recente articolo de ‘La Sicilia’, dai controlli a campione effettuati sul periodo contabile 2020/21 sono emerse parecchie criticità: su 2.720.473 euro imputati alla voce «Pernottamenti» sono state individuate «irregolarità» pari 735.089,25 euro; sulla «Promozione del programma» sarebbero illegittimamente spesi 680.118 euro su 2.813.159 verificati.
Bruxelles ha minacciato di «interrompere i termini di pagamento di eventuali future richieste nell’ambito del programma in questione, compreso il pagamento del saldo in seguito alla liquidazione dei conti annuali», finché tutte le questioni segnalate «non saranno risolte» e il capo della “Regio” non avrà «ottenuto sufficienti garanzie riguardo alla legittimità e alle regolarità del programma in questione». Sulla testa di Palazzo d’Orleans, e sul nuovo delegato alla Programmazione dei fondi Ue, tale Renato Schifani, pende un’altra possibilità: che il tentativo di riprogrammare la spesa per 39 milioni, una parte consistente del medesimo programma, non vada a buon fine. E’ questa la cifra che il presidente della Regione vorrebbe “stornare” rispetto alla missione iniziale – certificando, di conseguenza, il fallimento – allo scopo di rimpinguare capitoli più redditizi: servirà il via libera dell’UE.
Al netto dei tecnicismi resta una questione aperta. La Amata, sulla falsariga del suo predecessore Manlio Messina (meritano una citazione pure Scarpinato e il suo breve interregno), hanno più volte ribadito che SeeSicily ha salvato l’Isola, perché avrebbe contribuito ad aumentare del 120% il numero di presenze rispetto all’epoca Covid. Ma questo dato, che Fratelli d’Italia ritiene inconfutabile, è stato confutato di continuo da Schifani. Con questi ultimi provvedimenti, ma anche con la decisione di ricondurre tutte le spese legate alla voce ‘comunicazione’ sotto il controllo dell’unico organismo collegiale riconosciuto: la giunta. E tutto ciò dopo la scoperta, rilanciata dal M5s, che il plafond impiegato a tale scopo – trasmissioni tv e pubblicazioni sui giornali – dal programma SeeSicily è lievitato da 4,8 a 23,8 milioni.
Mentre da un lato si toglievano soldi ai pernottamenti e agli albergatori, dall’altro si alimentava l’ingordigia dei grossi gruppi editoriali. Su questo aspetto è intervenuta anche la commissione Audit della Regione siciliana, cioè un organo di controllo interno, per lamentare talune procedure d’affidamento diretto, avvenute «senza l’indicazione del budget previsionale/importo a base di gara e senza la definizione del contenuto della richiesta». Insomma, per il deputato dei Cinque Stelle Luigi Sunseri, “il governo ha piegato la misura alle sue esigenze politiche, attuando una rimodulazione sproporzionata a vantaggio della comunicazione che non ha prodotto l’aumento né di turisti né di utilizzo di voucher per i soggiorni. La comunicazione è solo servita ad accreditare Musumeci e Messina presso i big player della comunicazione, ad affidare finanziamenti con procedure spesso ingiustificate e a finanziare eventi dalla dubbia capacità di potenziamento dei flussi turistici”.
Questa mole di denaro non sarebbe servita ad accrescere il prestigio dell’Isola, che è già bella di suo (ma poco curata), bensì quello di alcuni attori istituzionali che se ne sarebbero avvantaggiati a livello d’immagine. Di fronte a tali accuse l’assessore Messina si è difeso allo strenuo, e Musumeci non ha mai rinnegato i suoi metodi. Oggi l’uno è vicecapogruppo di Fdi alla Camera, l’altro Ministro del Mare e della Protezione civile: non avranno certamente tempo di occuparsi di Sicilia o di ammettere le proprie responsabilità (economiche e politiche). Il partio è con loro: “Auspichiamo che il presidente della Regione – si leggeva ieri in una nota romana di FdI – intervenga con chiarezza per sgombrare il campo da speculazioni politiche che nuocciono all’immagine del governo regionale che abbiamo contribuito a far eleggere, risultando il primo partito e sostenendo convintamente Renato Schifani quale figura di equilibrio e di garanzia”. E ancora: “Ben vengano i controlli su tutti i progetti e le procedure messe in campo, ma spiace constatare che il recente provvedimento di revoca della manifestazione Palermo Sport Tourism Arena venga utilizzato come una clava contro la parte politica e l’assessore in carica. Lo stesso metodo che è stato utilizzato con l’ex assessore regionale Manlio Messina. A entrambi va il nostro pieno supporto”.
Su SeeSicily, però, non siamo ancora ai titoli di coda. Sia la Procura della Corte dei Conti che la Procura di Palermo hanno aperto un fascicolo sulle spese folli del Turismo, per accertare eventuali responsabilità che Schifani non è ancora riuscito a individuare (forse): dopo la sostituzione fra Scarpinato e Amata, non c’è alcun segnale di cambiamento all’assessorato al Turismo. Anzi, di fronte all’ennesimo provvedimento dei burocrati, il governatore è caduto per l’ennesima volta dal pero: “Non ero a conoscenza dei provvedimenti con i quali sono stati rescissi alcuni dei contratti sottoscritti con gli albergatori siciliani. I miei uffici provvederanno ad assumere le dovute informazioni con l’obiettivo di poter restituire la serenità agli albergatori che rappresentano certamente un tassello importante per l’economia turistica dell’Isola. Tra l’altro, più volte, in occasioni pubbliche ho sempre apprezzato l’attività del precedente governo per quanto riguarda le attività promozionali messe in campo dall’assessorato al Turismo”.
Il modello Fratelli d’Italia – nonostante Cannes e le accuse feroci di Manlio Messina nei confronti del presidente della Regione – non è stato scalfito neppure dall’intervento della Guardia di Finanza, che fra i documenti sequestrati annovera quelli dell’affidamento diretto al Gruppo Cairo di un incarico da mezzo milione per l’organizzazione dell’evento “Palermo Sport Tourism Arena”. O dei 3,7 milioni destinati all’Absolute Blue per la realizzazione di uno shooting all’Hotel Majestic (entrambi i procedimenti sono stati ritirati in autotutela per l’intervento dell’Avvocatura generale).
L’unico luogo deputato a discutere degli sperperi sarebbe l’Assemblea regionale. Il Movimento 5 Stelle da tempo ha richiesto una seduta ad hoc, ma Fratelli d’Italia non sembra dello stesso avviso. Così rimane tutto fermo. Nessuno si presenta alla sbarra dell’aula. E’ un modo come un altro per lasciare il quadro immutato. Per non fare dispiacere a nessuno. Per conservare gli equilibri di una coalizione che solo Cateno De Luca è riuscito a intaccare nel profondo. Parla il sindaco di Taormina, e scatena una crisi di governo. Si muovono le procure, e non accade un tubo. E’ la questione morale, bellezza.