Un anno e venti giorni fa su Huffpost scrivemmo che il più grande rischio per l’Unione europea si chiamava Giuseppe Conte. Il piano del recovery prevedeva, e prevede, un paio di centinaia di miliardi in devoluzione all’Italia, il sessanta per cento in prestiti agevolati, il resto a fondo perduto o, come si dice da queste parti, a babbo morto. I segnali carnevaleschi lanciati allora dal nostro governo e dalle nostre attitudini collettive, con sfilate di esperti nelle ville barocche della capitale a maggior lustro dell’Avvocato Sire, cui erano seguiti progetti di riforma nebulosi o particolarmente dozzinali, e appetiti da crapula dei partiti per il banchetto dei loro elettori, avevano indotto la Boersen Zeitung, giornale attento agli umori della Bundesbank, a scrivere che l’Italia era una polveriera capace di far saltare in aria l’Europa. Continua sull’Huffington Post
Mattia Feltri per l'Huffington Post
in Buttanissimi Extra
Se l’Italia congeda Draghi, preparate tutti l’elmetto
mario draghi
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