L’Unità operativa farmaceutica è un piccolo Golgota affacciato sul mare dell’’Acquasanta, a due passi dalle dorate stanze di Villa Igea, gioiello palermitano del liberty. Ogni mattina, dietro una porticina marrone, si addensa una folla di inabili e disperati, mandati lì dalla Asp a ritirare una protesi, un presidio sanitario, una medicina particolare: cose che le normali farmacie non possono dispensare. Per rispondere alle richieste ieri c’era un solo impiegato: avrebbe dovuto fronteggiare una cinquantina di infelici costretti a una lista d’attesa – non in una stanza ma in un porticato – di oltre due ore. Una colonna della pietà. Ecco, quello che si è visto ieri nell’ex ospizio dell’Acquasanta è il ritratto di una sanità – umiliata e stracciona – per la quale la politica litiga fino all’ultimo respiro. Perinde ac cadaver, per dirla con Sant’Ignazio di Loyola.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Se la politica vedesse la colonna della pietà
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