Ora che la Procura ha ammanettato Mimmo Russo, il malacarne del Borgo Vecchio, sono tutti felici e contenti. La sinistra ha trovato un chiodo col quale crocifiggere sui giornali il partito di Giorgia Meloni. Mentre i capi di Fratelli di Italia si fregano le mani perché la storia brutta e miserabile di un capopopolo di borgata non turba più di tanto i loro equilibri di potere. Russo era uno straccione della politica. Organizzava il consenso tra gli ex detenuti e gli eterni precari del Comune, traccheggiava con i boss della mafia, non aveva ritegno nel cambiare casacca e nemmeno quando trattava un losco affare. Viveva ai margini del sistema e da “muzzunaro” raccattava sì e no le molliche che gli alti gerarchi lasciavano lungo i marciapiedi di via Notarbartolo, ricco feudo della confraternita del Turismo, o dietro la porta di Palazzo d’Orleans. Marcisca in galera
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Se finisce in galera il “muzzunaro” Russo
mimmo russo
-
Articoli Correlati
-
Via libera di FdI
Riggio all’aeroportoBeata ragionevolezza. E beata la capacità, che ogni tanto la politica ritrova, di guardare agli…
-
C’è aria di festa
nel retrobottegaProvate e tendere l’orecchio verso Palazzo d’Orleans. Capirete, dalla musica e dal fracasso, che nel…
-
Il dritto e il rovescio
di uno spot di SchifaniDopo la giravolta sull’autonomia differenziata e la capriola sulla riconferma di Marco Betta al vertice…