Mancano quattro giorni all’inizio della scuola. Ma quasi nulla è al suo posto. Secondo l’ultimo report, infatti, mancherebbero all’appello poco meno di 500 aule. E’ già qualcosa rispetto alle 800 iniziali, ma il tempo comincia a stringere. Le maggiori criticità nel Catanese, mentre a Palermo ce ne sono in ballo un’ottantina. L’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, non resta fiducioso: “Il protocollo d’intesa con la Conferenza episcopale siciliana sta dando buoni frutti — dice a Repubblica — e già una parte delle richieste è stata soddisfatta. Non termineremo di cercare spazi per soddisfare tutte le richieste dei dirigenti scolastici”. Ci si è ridotti all’ultimo. Ma ci sono anche altre questioni aperte.
Una bidella del liceo linguistico “Danilo Dolci” di Palermo è risultata positiva a un test sierologico. In attesa della conferma del tampone, sono stati sospesi tutti i corsi di recupero in presenza. Anche l’accesso al pubblico è stato vietato, mentre l’edificio è stato sanificato e verrà sottoposto a un altro intervento di pulizia straordinaria prima di lunedì. “Se sarà confermato il contagio l’Asp ci dirà come comportarci – racconta il preside Matteo Croce a Repubblica – La vera emergenza in questo momento è un’altra: nessuno ci ha ancora risolto il problema della mancanza di spazi per i nostri alunni”.
A tutto questo si aggiunge la comparsa del Coronavirus. Secondo le linee guida del Comitato tecnico scientifico, ogni mattina i ragazzi dovranno misurarsi la temperatura a casa: se supera i 37.5° e se si hanno sintomi influenzali compatibili con il virus (dalla tosse, all’affanno, dalla diarrea ai dolori muscolari) non si potrà andare a scuola. I genitori dello studente devono comunicare l’assenza scolastica per motivi di salute e informare il medico di famiglia o il pediatra. Nel caso in cui i sintomi si manifestino direttamente a scuola, il referente scolastico per il Covid-19 (una figura introdotta alla bisogna) deve telefonare ai genitori. L’alunno va ospitato in una stanza dedicata o in un’area di isolamento. Nel caso in cui si decida di sottoporlo al test, e questo risulti positivo, si avvia la ricerca dei contatti “stretti” – che saranno posti in quarantena per 14 giorni – e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Per il rientro a scuola bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.
La valutazione dello stato di contatto “stretto” è di competenza delle Asp. Se un alunno/operatore scolastico risulta positivo, l’azienda sanitaria valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata, invece, in base al numero di casi confermati, di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità-scuola. Un singolo caso confermato non dovrebbe determinare la chiusura della scuola, soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata.