“Oggi in commissione Bilancio è avvenuto un fatto gravissimo, con l’assessore Scavone che prima non si è presentato ai lavori e poi, dopo essersi collegato in teleconferenza, si è opposto all’aumento delle ore di servizio per i lavoratori ASU contrattualizzati da diversi enti dell’isola”. Lo afferma Marianna Caronia, che, in segno di protesta per il comportamento del governo, ha abbandonato l’incontro facendo mancare il numero legale.

L’aumento delle ore contrattuali per i lavoratori ASU era stato proposto ieri proprio da Caronia con il gruppo della Lega (anche il Pd aveva presentato un emendamento in tal senso), per utilizzare i dieci milioni di euro “congelati” dopo l’impugnativa della norma sulla stabilizzazione. L’assessore Scavone, che aveva annunciato di resistere al provvedimento di Palazzo Chigi di fronte alla Corte costituzionale, oggi ha comunicato alla commissione Bilancio che il governo Musumeci non intende appoggiare la proposta, ma può soltanto sostenere “un contributo una tantum” per un importo complessivo massimo di 3,5 milioni. Così la deputata del Carroccio ha abbandonato i lavori facendo venire meno il numero legale e chiedendo che il governo si presenti fisicamente in commissione a formalizzare la proposta.

Per la Caronia, “il governo sta di fatto proponendo una “regalia” ai lavoratori, negando però il loro sacrosanto diritto ad avere aumentate le ore di servizio in modo permanente. Un atteggiamento irresponsabile che offende i lavoratori ed anche quegli enti che con fondi propri hanno già finanziato l’aumento delle ore. Un comportamento inaccettabile, rispetto al quale la Lega farà ogni opposizione possibile. L’unica soluzione per cui intendiamo lavorare è quella che porta a contratti chiari e trasparenti e perché finalmente si chiuda davvero la stagione del precariato”. Concorda Figuccia, anch’egli parlamentare della Lega: “Trovo assolutamente inaccettabile la posizione del governo regionale sulla questione Asu. Evidentemente continuerà la pregiudiziale proposta ieri in aula. Apprendo con dispiacere in queste ore la mancanza di volontà del governo che ha disatteso l’impegno preso in Commissione bilancio. Chiedo con forza la stabilizzazione di questo personale e intanto esigo che, venga stanziata la somma pari a cinque milioni di euro per garantire l’integrazione delle ore agli operatori ASU”.

Ars: approvato il rendiconto, bagarre sugli Asu. La seduta di ieri

L’Assemblea regionale ha approvato il rendiconto 2019. Lo strumento, che era stato parificato con riserva dalla Corte dei Conti siciliani, non ha ancora concluso il suo iter, dato che i viceprocuratori generali Adelisa Corsetti e Sabrina D’Alesio, qualche giorno fa, spiegavano che “l’eventuale approvazione del rendiconto regionale, nelle more della decisione sul ricorso proposto, darebbe luogo a un vulnus di tutela delle ragioni sottostanti alla proposizione del gravame”. Il ricorso a cui si riferiscono i magistrati contabili romani è quello presentato dal pm siciliano Pino Zingale avverso il giudizio di parifica del 18 giugno, in cui vennero sollevate numerose irregolarità relative al Bilancio di Armao. Lo stesso Zingale ha citato l’assessore all’Economia, il presidente della Regione e il presidente dell’Ars a comparire di fronte alle Sezioni riunite della Corte dei Conti in composizione speciale: l’udienza avrà luogo il 7 ottobre.

Eppure, sull’approvazione del rendiconto l’Ars ha deciso di accelerare, ritenendola propedeutica all’approvazione dei prossimi strumenti contabili: dall’assestamento di Bilancio alla Legge di Stabilità 2022, che dovrebbe essere predisposta entro la fine dell’anno. Hanno votato contro Pd e Movimento 5 Stelle. “La parifica del bilancio della Regione Siciliana è sub judice – ha detto Luigi Sunseri (M5s) -. Mancano pochi giorni all’udienza, che si terrà giorno 7 ottobre, e l’approvazione da parte dell’Assemblea Regionale pare essere solo finalizzata a bloccare il ricorso, del quale si teme evidentemente la fondatezza”. Critico anche Cracolici: “Siamo entrati in un vortice molto pericoloso sul piano istituzionale – ha detto il parlamentare del Pd -. Sul piano formale, il fatto che l’Assemblea possa prescindere da un giudizio in itinere non incide. Ma sul piano politico dovremmo essere consapevoli del rischio di aprire un conflitto istituzionale, dal quale sarà difficile uscire vincitori. Non ne faccio una questione di procedura, ma di politica”, ha insistito l’ex assessore.

L’aula, ancora una volta, si è incagliata sulla questione Asu, dove sono emersi gli scontri all’interno della maggioranza. La Lega, infatti, ha posto una pregiudiziale sulle variazioni di Bilancio, che contengono un taglio ai fondi destinati alla stabilizzazione dei precari (10 milioni per il 2021). Il Pd e la Lega hanno proposto di utilizzare le risorse già impegnate per l’integrazione oraria dei lavoratori. Mentre il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, sosteneva di dover accantonare la norma in attesa che i due governi – regionale e nazionale – discutessero dell’impugnativa proposta da Palazzo Chigi, che di fatto mette in stand-by l’articolo 36 dell’ultima Finanziaria.

Un accordo difficilissimo, dato che l’assessore al Lavoro, Antonio Scavone, ha comunicato l’intenzione della Regione di resistere di fronte alla Corte Costituzionale. Questo dilaterebbe i tempi. Da qui la decisione di Musumeci di andare oltre: “I lavoratori Asu non hanno bisogno della nostra demagogia – ha detto il presidente della Regione, intervenendo in aula -. Il governo e il parlamento siciliano hanno fatto il possibile. Il governo nazionale, invece, non ha dato seguito alla nostra proposta. Qual è, quindi l’urgenza, di trovare cinque o sei milioni subito per una procedura sub-judice che potrebbe chiudersi a metà del prossimo anno? Perché, invece, non ripristinare e, possibilmente, impinguare il capitolo con 15 milioni nella prossima sessione di Bilancio? Gli Asu non hanno bisogno di segnali ma di atti concreti”.

Dopo le dichiarazioni del governatore la seduta è stata sospesa. Al rientro in aula il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, ha comunicato che verrà sentito il Ragioniere generale in merito ad alcune osservazioni poste sul tema. Per cui la questione sarà riesaminata la prossima settimana.