“Il grande inganno sul Mezzogiorno”. O almeno così lo definiscono le opposizioni. La sensazione è che l’esecutivo Meloni stia puntando la sua campagna elettorale al Sud in vista delle Europee su progetti grandiosi – dal Ponte sullo Stretto alla Zes unica –, di facile sforzo comunicativo, senza però stimolare nei fatti gli investimenti per il meridione. Il Ponte costa 11,5 miliardi e per la Corte dei Conti avrà un “impatto economico limitato”. Matteo Salvini garantisce che i soldi sono già stati individuati in manovra, ma è un fatto che il ministro Giancarlo Giorgetti ha preso l’impegno a reperire fonti di finanziamento alternative, così “da ridurre l’onere dell’opera, al momento interamente in carico al bilancio dello Stato”. Intanto la premier Giorgia Meloni rivendica a parole l’impegno del suo governo verso il Sud con la nascita della Zes Unica, un’area di agevolazioni fiscali e burocratiche per l’intero Mezzogiorno alla quale la manovra riserva appena due miliardi. Una Zona economica speciale per il Sud che, a detta degli esperti, mette a rischio le Zes costituite nelle singole regioni come quella in Campania, capace – secondo una ricerca di The European House-Ambrosetti – di mobilitare più di venti miliardi di indotto e migliaia di nuovi posti di lavoro. Continua su Huffington Post
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Ponte sullo Stretto e Zes unica, i conti del governo non tornano
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