Anche i bambini dell’asilo lo capiscono: da un lato c’è Renato Schifani che non vede l’ora di licenziare Ferdinando Croce, il manager del disastro sanitario trapanese; ma dall’altro ci sono i poteri forti – Fratelli d’Italia, i burocrati delle Asp, la palude di Piazza Ottavio Ziino – che gli remano contro. In maniera sorda, obliqua, furbesca. Stesso schema con il tariffario ministeriale che dal 30 dicembre spinge ambulatori e laboratori convenzionati verso il fallimento. Il governatore ha assicurato ampio sostegno e ha pure stanziato una congrua somma per risolvere i punti più critici. Ma i poteri occulti di cui sopra hanno fatto di tutto per affogare la trattativa e vanificare, con un approccio da azzeccagarbugli, gli impegni assunti da Palazzo d’Orleans. Aridateci la Volo. Con quel cartonato, almeno, la parola di Schifani aveva un peso. Con la Faraoni non più.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Schifani propone, la Faraoni dispone
daniela faraonigiovanna volorenato schifani
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