Forza Italia contro Lagalla

Che non corresse buon feeling era noto da mesi. Ma adesso lo scontro fra il presidente della Regione, Renato Schifani, e il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, è manifesto. Il primo tassello è il passaggio del consigliere comunale Salvo Alotta, eletto nella lista ‘Lavoriamo per Palermo’, con Forza Italia. “Col gruppo di Forza Italia – ha comunicato Alotta, dopo aver incontrato il commissario regionale Caruso – continuerò e rafforzerò il lavoro a sostegno del sindaco Lagalla, con il quale stiamo portando avanti, insieme a tutta la maggioranza, un duro e proficuo lavoro per la città”.

Ma il sindaco non se la beve e passa al contrattacco: “Sono convinto che, in linea con la sua riconosciuta coerenza, il consigliere Alotta provvederà, nelle prossime ore, a rassegnare al presidente del Consiglio comunale le dimissioni dalla sua attuale funzione di presidente della quinta Commissione consiliare, attribuita, fin dall’inizio della legislatura, a una forza politica diversa rispetto alla quale egli oggi appartiene”.

C’è però un altro terreno di scontro, e riguarda la giunta. Forza Italia chiede insistemente, da mesi, un restyling della giunta allo scopo di far fuori due assessori in quota Micciché: Pennino e Mineo. Quest’ultimo sarebbe vicino a Fratelli d’Italia. L’ingresso di Alotta rafforza la compagine consiliare ed è propedeutico alla nuova richiesta, avanzata dal coordinatore provinciale Macchiarella: “Dispiace osservare come il partito di Forza Italia non trovi ad oggi adeguata rappresentanza all’interno della giunta comunale rispetto agli accordi di maggioranza presi ad inizio sindacatura. Registriamo, infatti, il permanere di una situazione di stallo nell’affrontare la questione della sostituzione di alcuni assessori, inizialmente attribuiti a Forza Italia, con i quali ormai da tempo si è interrotto il rapporto fiduciario. Forza Italia è il partito che maggiormente ha contribuito alla vittoria di Lagalla e i tempi sono più che maturi per aggiornare e riequilibrare la nostra presenza in giunta, se questo ‘deficit di rappresentanza’ dovesse protrarsi saremo costretti a riconsiderare i termini della nostra permanenza in maggioranza”.

Paolo Cesareo :

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