Tutti lo cercano, ma Renato Schifani non vuole saperne di abbandonare questa benedetta comfort zone. Anche se l’emergenza richiederebbe dei chiarimenti, il presidente della Regione – stavamo per dire “del Senato” – non ha ancora affrontato le opposizioni per ribadire di aver fatto il possibile contro gli incendi. Specialmente in materia di prevenzione. Né di aver preteso, col massimo della celerità, una risposta da Sac circa la riapertura totale dell’aeroporto di Fontanarossa, che da quasi venti giorni opera a scartamento ridotto. I deputati, come dargli torto, queste analisi vorrebbero sentirle dalla voce del presidente, nell’unico luogo destinato al confronto e alle informative: Sala d’Ercole. Invece, anche oggi, Schifani non si è presentato in aula, adducendo alcune giustificazioni in una letterina affidata al presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno. Un episodio che ha suscitato l’ira delle opposizioni che hanno abbandonato la seduta in segno di protesta.

L’ultima apparizione una settimana fa per l’approvazione del Defr (mentre la Sicilia a stento sopravviveva alle fiamme). Una comparsata di 40 secondi che non è bastata a dissipare i dubbi, sempre più frequenti, sul “parlamentarismo convinto” del governatore, che su questo fronte appare persino più negligente (e distratto) di Musumeci. Le uscite pubbliche al fianco di Tajani non bastano a giustificare la sua assenza in aula, né a colmare le perplessità delle opposizioni. Ieri sono tornati alla ribalta i Cinque Stelle: “Al netto del caldo eccezionale e dell’azione criminale dei soliti delinquenti è più che evidente che la macchina regionale siciliana sia stata del tutto inefficiente nel contrastare i roghi in Sicilia. A Schifani avremmo tante cose da chiedere in merito nella seduta speciale d’aula che sollecitiamo da giorni, ma finora dalla presidenza dell’Ars non è arrivata nessuna comunicazione in tal senso e la chiusura dei lavori prima della pausa estiva si fa sempre più vicina”.

A meno di colpi di scena, questa sarà l’ultima settimana di lavori prima delle vacanze, previste dal 5 agosto. Un segnale è arrivato dallo stesso Galvagno, che oggi ha convocato i giornalisti alla tradizionale cerimonia del Ventaglio per fare il punto sull’attività dell’Assemblea: cosa potrà dire di più rispetto alle dichiarazioni dello scorso maggio, quando spiegò che “l’Aula può rimanere aperta anche h24 ma ci vuole carne al fuoco da mettere”? In effetti di progressi non ce ne sono stati. Al netto di un paio di ddl stralcio per porre rimedio all’impugnativa della Finanziaria, a Sala d’Ercole l’unico argomento che sembra accendere i partiti della maggioranza è quello legato al ritorno dell’elezione diretta nelle province. Per il resto, il presidente è sfuggente: “Dalla carenza del personale impegnato, alla mancata realizzazione dei viali parafuoco, alla lentissima acquisizione delle autobotti, all’uso, o meglio al mancato uso, di droni inadatti a volare con altissime temperature: l’elenco delle domande che vorremmo fare a Schifani è lunghissimo – dice Antonio De Luca, capogruppo grillino -. A lui vorremmo anche chiedere che fine ha fatto la legge voto approvata dall’Ars nella scorsa legislatura che innalzava le pene per i piromani? La guerra a questi criminali si fa con i fatti, non con le parole”.

Un intervento del governatore lo aveva richiesto anche il Partito Democratico. Cracolici ci aveva provato con le buone: “Non possono esserci ulteriori ritardi: il presidente della Regione riferisca martedì (cioè oggi, ndr) al parlamento ed ai siciliani sugli incendi. I cittadini hanno il diritto di sapere ed essere informati per evitare altri rischi alla salute. Dobbiamo prendere atto che quella di Bellolampo a Palermo è una bomba che non può essere ulteriormente alimentata”. E, comunque, nel caso in cui Schifani si convertisse sulla via di Damasco, sarebbero numerosi i temi da trattare. Non solo incendi, ma anche lo scandalo di Sac che non ha ancora garantito la riapertura dell’aeroporto di Fontanarossa. Il cavo di una stampante ha determinato la paralisi dei collegamenti in entrata e in uscita dalla Sicilia e costretto i passeggeri a spostamenti disumani su autostrade in modalità trazzera. Troppo facile lodare la società di gestione “amica” a suon di lanci d’agenzia. Più difficile poter convincere i deputati del buon operato di Sac nel governo dell’emergenza: a partire dall’assenza della squadra antincendio allo scoccare della fatal scintilla.

Cracolici, nell’improbabile confronto con Schifani, avrebbe voluto infilarci anche “il sistema sanitario pubblico al collasso” (varie le testimonianze di Pronto soccorso sovraffollati e inefficienti) e “un’emergenza droga e mafia che sembra estranea all’agenda politica e un presidente che nelle due volte in cui è stato seduto nei banchi della presidenza è rimasto per pochi secondi”. Su quello scranno Schifani è richiesto a gran voce per affrontare altri temi scottanti, a partire dal turismo. Dalla gestione del caso Cannes, dove il ritiro del provvedimento in autotutela è andato in conflitto con le decisioni di Fratelli d’Italia; passando per SeeSicily, il cui impianto è stato messo in discussione persino dalla Commissione europea, che ha minacciato di ritirare i fondi alla Regione qualora non fossero state smentite – alla prova dei fatti – le ipotesi di “gravi irregolarità” legate al loro utilizzo.

A reclamare la presenza in aula del presidente, un paio di settimane fa, erano stati i soliti Cinque Stelle: “Si potrebbe dire che la destra si avvale della facoltà di non rispondere in aula e ai siciliani su quello che potrebbe essere il più grande spreco di soldi pubblici degli ultimi anni della nostra regione. Perché il centrodestra non vuole parlare in aula dell’argomento SeeSicily? Di cosa ha paura?”. E ancora: “Ci chiediamo perché temono di parlarne in maniera aperta davanti alla deputazione e ai siciliani, in presenza degli assessori Amata e Scarpinato e del presidente Schifani. Anche perché c’è da capire come intende comportarsi Schifani qualora la Sicilia dovesse essere costretta a restituire all’Europa decine e decine di milioni di euro”.

Il tema è attuale, perché nel frattempo non è accaduto un bel nulla. Tranne un’intervista di Schifani al Giornale di Sicilia per sminuire l’iniziativa dei grillini: “Non vedo anomalie e criticità nel settore – ha osservato – In un momento in cui il turismo è in grande ripresa forse di questo dibattito non si avverte l’esigenza. Anche perché l’assessorato lavora con professionalità e in continuità col passato”. Ma come? Era stato lui a chiedere la testa di Scarpinato, a revocare l’affidamento diretto di Cannes, così come la ricca prebenda destinata a Rcs Sport per la Palermo Sport Tourism Arena, e tuttavia “non se ne avverte l’esigenza”? Nemmeno alla luce dei danni incalcolabili provocati dall’affaire Fontanarossa o dei collegamenti da terzo mondo, che stanno mandando ai matti decine di migliaia di visitatori? Nemmeno di fronte alle numerose cancellazioni che stanno investendo come un tornado le imprese e le strutture ricettive, e che hanno provocato la stizza del ministro “nemico” Urso? Poteva essere la resa dei conti, sarà soltanto una fuga dalle responsabilità. L’ennesima.