Consigli per gli acquisti, previsioni meteo, visite ai cantieri. E l’intramontabile battaglia (persa) sul caro voli. E’ questa la strategia social di Renato Schifani: comunicare il più possibile senza dire nulla. Nulla che rappresenti un antidoto ai problemi dei siciliani; nulla che faccia credere a un cambio di passo del governo, rimasto impigliato nella ragnatela della questione morale. Non tanto per la droga ritirata con l’auto blu e il lampeggiante acceso, tema che negli ultimi giorni è finito in testa all’agenda parlamentare; quanto per gli scandali, la corruzione, gli appalti sospetti, le consulenze a peso d’oro. E ancora: i provvedimenti ritirati in autotutela all’insaputa dei vertici di Fratelli d’Italia. Di questo, sulla pagina Facebook del presidente della Regione, non troverete un solo cenno. Né esiste una presa di posizione – seria e definitiva – sui problemi della sanità o sul tema dell’autonomia differenziata.
Macché. Oggi è domenica, quindi per chi volesse visitare i Giardini di Palazzo d’Orleans “i cancelli sono aperti dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17”. Non è una reclame pubblicitaria, è Schifani che parla. Talvolta dando l’impressione di essere Giuliacci, il noto meteorologo: “Questo fine settimana sarà un weekend all’insegna del caldo per quasi tutta la penisola – postava l’altro giorno il governatore -, a causa di un potente anticiclone tropicale che dal deserto del Sahara si sta avvicinando all’Italia. Tornano a salire le temperature e il bollettino sulle ondate di calore del Dipartimento regionale della Protezione Civile avverte che oggi Catania, Messina, Palermo e Trapani avranno condizioni meteorologiche che possono rappresentare un “alleato” per quei criminali che in questi mesi dell’anno, approfittando della forte ondata di caldo appiccano le fiamme”. Poi i titoli di coda: “Nel caso in cui venga avvistato un incendio o qualche piromane intento ad appiccarlo, chiamate subito il 1515, numero di pronto intervento del corpo forestale della Regione o il 115 dei Vigili del Fuoco”.
Sembra un bollettino, invece è il canale ufficiale del Presidente della Regione. La sua posta del cuore. Poche settimane fa, all’indomani delle dimissioni del suo portavoce (Roberto Ginex), Mario Barresi, su ‘La Sicilia’, aveva annunciato la ripresa della comunicazione social, anche per i canali ufficiali della Regione (tenuti sei mesi sotto chiave), senza spifferare però il nuovo taglio voyeuristico. Ci manca solo la ricetta del giorno. E siccome il 6 luglio sono partiti gli sconti, ecco l’appello: “Da qualche giorno anche in Sicilia è tempo di saldi! – scrive Schifani, con punto esclamativo d’ordinanza e una serie insopportabile di hashtag – Se potete, comprate nei negozi sotto casa, sosteniamo insieme il #madeinsicily, le nostre eccellenze e i commercianti che, anche nei momenti più complicati, hanno tenuto accese le loro insegne”. Foto dell’ultima collezione di ceramiche. La gente, nei commenti, lo implora di non chiudere il reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale “San Vincenzo” di Taormina, dove lo invitano a recarsi per una visita. Ma lui ha già inaugurato lo stesso reparto al “Civico”: sarà gestito dal Gruppo San Donato di Angelino Alfano. Olè.
Nella rassegna del cuore di questa settimana, c’è anche uno spazio amarcord: la visita al Castello Utveggio, dove qualche mese fa Schifani si accorse che una ditta (malcapitata) di Favara non stava facendo esattamente il lavoro promesso. Ne seguì una stangata da 1700 euro per ogni giorno di ritardo nella consegna. Con tanto di cazziata al capo dipartimento dell’Energia per non aver seguito gli sviluppi. Bene, Schifani è tornato. Ha scattato una foto e assicurato che “ancora qualche mese e questo luogo prestigioso, che fa parte integrante della storia di Palermo, verrà restituito al servizio della città e dell’intera Sicilia”. Una foto al cantiere, ed è subito storia. Aldo Grasso, nel 2018, scrisse per il Corriere “Elogio dell’umarell”. “Si deve all’antropologo Danilo Masotti – esordiva il critico e giornalista – la consacrazione fenomenologica del pensionato che, mani dietro alla schiena, ama guardare i cantieri, discutere con gli operai, dispensare suggerimenti non richiesti: l’umarell (ometto), appunto (…) Fateci caso: l’umarell esiste innanzi tutto perché ha molto tempo a disposizione, al limite del fancazzismo.”. Ce ne sono anche fra i politici.
Schifani, però, è sempre presissimo dal caro voli. La sua comunicazione è infarcita di denunce, ma in otto mesi di battaglie non ha portato a casa un solo risultato. Anzi, come ammette lui stesso, “nei primi sei mesi del 2023 le tariffe dei voli in Italia sono salite del 50%. Talvolta i prezzi delle compagnie low cost sono addirittura superiori rispetto a quelli dei voli di linea”. Si è rivolto pure all’Antitrust per smontare il cartello fra Ita e Ryanair, poi ad AeroItalia, una piccola compagnia, cui ha commissionato i collegamenti dall’aeroporto di Comiso verso il continente, promettendo che i prezzi sarebbero rimasti “equi” (un Palermo-Bergamo, il 27 agosto, lo paghi 199 euro senza posti assegnati). La patata bollente ora è in mano a Mister Prezzi e al Ministro Urso. Forse sarebbe il caso di occuparsi di qualcos’altro. Intanto, buona domenica a tutti: sulla pasta con le sarde ci va il pangrattato.