Renato Schifani è talmente rispettoso (e innamorato) del parlamento siciliano dal volerne copiare la prassi: all’appuntamento col presidente della Regione, come alle sedute dell’Ars, ci si presenta in giacca e cravatta. Jeans e polo sono banditi. Il governatore si spinge oltre Musumeci, che aveva bacchettato i custodi di parchi e musei per la “panza” in bella vista e gli indumenti poco consoni. Qui non basta neppure la forma fisica o la barba fatta: occorre l’abito.

La problematica – di grandissima rilevanza in questa fase florida della Regione – è emersa in mattinata, durante un incontro coi capi dipartimento (non tutti per la verità: gli assenti sono stati redarguiti pubblicamente). Secondo quanto filtrato da Palazzo d’Orleans, e ancor prima di giudicare il lavoro svolto dai burocrati sulla rimodulazione della spesa comunitaria (1,5 miliardi da spendere entro fine anno), il presidente si sarebbe soffermato sul dress code. Giudicato inadatto alla circostanza: cioè un incontro con lui medesimo. Viva le priorità.

E’ un altro elemento che rivela le difficoltà e le tensioni del momento. Che neppure i comunicati congiunti con Falcone (sull’approvazione della Legge di Bilancio da parte della giunta) o Di Mauro (sul contributo ai comuni per il conferimento dei rifiuti all’estero) riescono a mascherare. Il presidente è nervoso, indispettito, adirato. Deluso dal comportamento di alcuni alleati un po’ infedeli, cui riserva i peggiori rancori. Però potrebbe fare come Berlusconi, che nei primi anni di Forza Italia era solito distribuire agli azzurri il kit del candidato: con spilletta d’ordinanza, cravatte e l’inno del partito da imparare a memoria.

Senza andare troppo oltre, Schifani potrebbe affidarsi ad alcuni accorgimenti suggeriti dal suo spirito guida: pochette, cravatta Regimental, testolina impomatata. Tratti caratteristici del senatore della porta accanto cui ha affidato in esclusiva, ancor prima dei burosauri, la gestione della spesa dei fondi extraregionali. Come fosse una privativa. Per 60 mila euro all’anno. Già, stiamo parlando di Gaetano Armao. Col suo impeccabile abito scuro e le sue abilità da tuttofare, fa impallidire persino il governatore.