«Una manovra finanziaria asciutta e piena di contenuti inseriti con la piena condivisione degli assessori. Ci siamo confrontati e abbiamo lavorato in un ottimo clima. Una Legge di stabilità che, confermando l’impegno di questo governo a fare ordine nei conti della Regione, si pone l’obiettivo di dare un deciso impulso su tre ambiti strategici: l’occupazione, per creare più posti di lavoro e sostenere le imprese, la sanità, per dare nuova linfa alle strutture sul territorio, e il supporto agli enti locali per dare slancio alle progettazioni e cogliere nuove opportunità di finanziamento». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, annunciando il via libera da parte del governo regionale del disegno di legge di Stabilità regionale, del bilancio previsione 2023 e del pluriennale 2023/2025. La Giunta ha anche approvato una norma di assestamento che garantisce il recepimento dell’accordo con il Governo nazionale che assegna 200 milioni di euro alla Sicilia per il ripiano degli aumenti sulla spesa sanitaria a carico della Regione.

«Abbiamo stanziato – prosegue il governatore – le somme necessarie per garantire sgravi contributivi per chi assume, un’implementazione delle borse di studio per gli specializzandi di Medicina e la creazione di un Fondo di rotazione a favore dei Comuni affinché possano dare incarichi ai tecnici per la progettazione ed evitare che i fondi europei vadano in disimpegno. Stiamo lavorando anche sulla riduzione delle liste d’attesa, un tema complesso e delicato, ma prioritario. È uno strumento asciutto, ma pieno di contenuti concepito per dare risposte e difendere l’interesse della Sicilia e dei siciliani. Insomma – conclude Schifani – vogliamo dimostrare che stiamo facendo di tutto per dare il segno di una svolta concreta e vicina alle esigenze dei cittadini».

Nel ddl, composto da una decina di articoli, viene prevista anche l’assegnazione di risorse per mettere in sicurezza l’Arpa, così come richiesto dalla Corte dei conti, l’appostamento di quasi 250 milioni di euro per il settore della forestazione. E ancora, la proroga del trasporto gratuito sui mezzi pubblici per le forze armate e dell’ordine, ma anche per gli insegnanti e il personale sanitario. Previsto inoltre l’aumento fino a 36 ore per il personale Asu in servizio al dipartimento dei Beni culturali: una norma che mira ad assicurare l’apertura al pubblico dei siti museali e archeologici durante tutto l’anno. Sgravi fino a 30mila euro per chi assume dipendenti a tempo indeterminato.

L’obiettivo del governo è trasmettere i documenti all’Ars e ottenere la bollinatura del parlamento entro fine anno. A decidere sarà però una conferenza dei capigruppo che dovrebbe tenersi domani a palazzo dei Normanni: come anticipato dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, non ci sono i tempi per avviare le procedure parlamentari, che prevedono un passaggio (con relativa discussione) nelle commissioni di merito e in commissione Bilancio, prima di incardinare il testo dei disegni di legge a Sala d’Ercole, concedendo un tempo congruo per la presentazione degli emendamenti. Più agevole ipotizzare un mese di esercizio provvisorio (o addirittura due).

Ne è consapevole lo stesso Schifani, che a margine dell’inaugurazione dell’ulivo della pace, a Palermo, non si sbilancia: “Ci sarà un tentativo per riuscire ad approvare la manovra finanziaria entro l’anno, poi naturalmente sarà l’Assemblea, che è sovrana, a decidere. Certo il desiderio del governo c’è, mai violare le tempistiche e mai andare in contrapposizione con l’aula. Noi stiamo facendo una manovra asciutta e stretta, non è un assalto alla diligenza per cui la poniamo nella logica collaborativa con le opposizioni”. E ancora: “Mi auguro che l’Ars possa responsabilmente rispondere a questa esigenza di approvarla, quanto meno per dotare la Regione di uno strumento finanziario nei termini, poi è tutta una questione di condivisione o meno”.

Nessun accenno all’accantonamento di 866 milioni “previsto” dalla sospensione del giudizio di parifica della Corte dei Conti, in attesa che sia la Consulta a pronunciarsi sulla spalmatura del disavanzo.