Una frittata in piena regola. A Cinque Stelle, direbbero oggi. A Palermo questa mattina si è tenuto il convegno “Costruire il futuro della convenzione di Palermo”: la location è l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia, a organizzare l’evento è il ministero della Giustizia. Ma c’è un “ma”: nella lista degli invitati non compare l’avvocatura, ossia gli organismi che a Palermo rappresentano civilisti e penalisti. Da Via Arenula, sede del Ministero della Giustizia, nessuno ha alzato il telefono per avvertire l’Ordine degli Avvocati di presentarsi nell’auditorium. Così l’unico “infiltrato” a farsi vivo è Francesco Greco, presidente dell’Ordine di Palermo. Che si avvicina a Bonafede e gli spiega che in aula non sarà presente alcun collega: “L’avvocatura non è stata invitata”. Più incisivo il messaggio trasmesso agli organi di stampa: “L’avvocatura va considerata, non calpestata”. Bonafede cade dalle nuvole e prova a scusarsi: “La mia attenzione nei confronti dell’avvocatura è massima. Probabilmente si è trattato di un disguido, non sono io ad occuparmi della logistica. Mi scuso per quanto è successo e la invito a restare e a partecipare” ha detto a Greco.
Ma nel pomeriggio il giallo si infittisce. Da Via Arenula danno un’occhiata ai server e si accorgono che la Pec è partita. Così, a stretto giro di posta, il Ministero prova a riprendersi il mal tolto: “È destituita di ogni fondamento la dichiarazione rilasciata ad alcuni organi di stampa dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco, secondo cui non sarebbe stato invitato al convegno. L’invito, come da prassi, è stato inoltrato dalla Corte d’Appello tramite e-mail in data 14 dicembre”, rende noto l’ufficio stampa del ministero della Giustizia. Non solo: da via Arenula viene sottolineato che “dalla segreteria dell’avvocato Greco, tra l’altro, lo scorso 17 dicembre è giunta conferma tramite Pec della presenza all’evento”. Di più: “Al presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo – spiegano dall’ufficio stampa del ministero – era stato anche riservato un posto all’interno dell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia. Il ministro Bonafede si è semplicemente dispiaciuto della mancanza di una rappresentanza degli avvocati nel tavolo dei relatori”. Un papocchio in piena regola e una pezza che non cancella l’imbarazzo. La prossima volta, anziché una pec, meglio un piccione viaggiatore.