Le Amministrative e l’elezione di Cateno De Luca a sindaco di Taormina potrebbero aver ridato a Schifani un oppositore degno di questo nome. Come avvenuto per Musumeci, che non riuscì mai ad affrontarlo di petto (“Mi occupo delle cose serie” era il mantra dell’ex governatore per sfuggire alle sue tenaglie), De Luca rischia di rappresentare il peggior incubo anche per il nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans, che fin qui ha sempre goduto della mitezza degli avversari.
Scateno is back. A pochi giorni dal suo insediamento, il leader di ‘Sud chiama Nord’ sta già mettendo i bastoni fra le ruote al presidente della Regione: in primis, denunciando la “visione affaristica” sulla gestione del Teatro Antico di Taormina; poi puntando i riflettori sulle ritorsioni subite dall’assessore ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, per avergli aperto uno spiraglio su future agevolazioni; infine, sospendendosi dalla Fondazione TaoArte, la stessa presieduta da Ester Bonafede, a causa della mancata modifica dello Statuto che ha finito per derubricare il Comune a mero ornamento.
Non c’è un solo aspetto su cui De Luca abbia deciso di sorvolare. E il primo, vero atto di ribellione – pari soltanto al blocco fisico delle Stretto di Messina, all’epoca del Covid – potrebbe essere l’interdizione delle vie d’accesso al Teatro Antico in occasione dei grandi eventi. E a Taormina, d’estate, ce n’è una miriade: dai concerti di Zucchero a quelli di Ramazzotti, passando per l’esibizione di Checco Zalone. L’obiettivo della provocazione, che potrebbe diventare un’ordinanza dal prossimo 1° luglio, è ottenere la modifica di un accordo che, per il sindaco, non tiene conto delle esigenze della città: “Non ho alcun timore, né remora alcuna – ha detto De Luca – nell’affermare che il Presidente Schifani sta continuando a proteggere la gestione politico affaristica di tutti i siti archeologici siciliani nelle mani di alcune società private e di alcuni impresari degli spettacoli che fanno affari pretendendo che i Comuni debbano subire i costi per garantire l’ordine pubblico, il decoro urbano e lo smaltimento dei rifiuti. Io non ci sto!”.
A Live Sicilia Scateno ha fornito anche alcuni esempi: “Il 95%” del pubblico pagante “non pernotta in paese: questo vuol dire che almeno ci sono 2.000 veicoli che arrivano a Taormina e non abbiamo dove metterli. Al momento abbiamo tre vigili urbani”. Qualche settimana addietro De Luca aveva prospettato una sorta di royalty da un euro, in aggiunta allo sbigliettamento, per ‘saldare’ il conto dei servizi. Mentre, formalmente, aveva proposto all’assessore Scarpinato (durante un incontro avvenuto domenica scorsa a Palermo) di abbozzare un protocollo d’intesa per modificare l’assetto gestionale del Teatro e risolvere le questioni pendenti, come ordine pubblico, decoro urbano e raccolta rifiuti, “che attualmente sono a totale carico della città”. L’apertura mostrata da Scarpinato, e suggellata da una foto ricordo, avrebbe provocato la reazione scomposta e il ‘no’ di Schifani, che starebbe pensando alla rimozione dell’assessore.
Non l’ha fatto ai tempi di Cannes e dell’affidamento diretto a una società del Lussemburgo, quando Fratelli d’Italia arrivò in soccorso dell’ufficiale dell’esercito per impedirne il licenziamento; e vorrebbe farlo adesso, perché è sceso a patti con il suo primo rivale ai tempi della campagna elettorale per le Regionali (quando lo stesso Schifani declinò tutti gli inviti a confrontarsi con l’ex sindaco di Messina). “Se il presidente della Regione vuole la guerra – afferma De Luca – guerra sia! Voglio innanzitutto manifestare la mia solidarietà all’assessore Scarpinato, reo di aver svolto pienamente e in autonomia il suo ruolo istituzionale aprendo al confronto con il sottoscritto nell’interesse di Taormina. Mi dispiace sinceramente per l’assessore Scarpinato, sminuito e smentito dal suo Presidente per mera acredine e vendetta nei miei confronti”. Se si consumerà la cacciata di Scarpinato, saremmo di fronte all’ennesima decisione guidata dal rancore. Giacché, fino a poche settimane addietro (dopo lo scambio di deleghe con Elvira Amata), il governatore sembrava aver rivalutato l’operato del “soldato” meloniano (che fra l’altro gode di protezione ai piani alti: da Messina a Lollobrigida sono tutti con lui).
De Luca ha pochi dubbi in merito. L’ha esternato con una piazzata in diretta Facebook, poi ha proseguito a mezzo stampa. “Smontare il sistema Taormina che ha determinato il dissesto economico finanziario dell’ente – ha ribadito il sindaco – significa smontare una visione della gestione della cosa pubblica stile pupi e pupari che offende la politica siciliana”. A proposito di “sistema”, Scateno è reduce da un’altra battaglia che riguarda la Fondazione TaoArte, quella che organizza fra le altre cose il Festival del Cinema ed è diretta dalla sovrintendente Ester Bonafede. Il Comune, che esprime un solo posto nel Cda, s’è tirato fuori al termine della scorsa seduta, quando lo stesso De Luca propose una modifica allo Statuto: “La Regione ha preso una chiara e netta decisione nei confronti di Taormina e dei taorminesi: ha scelto di andare contro gli interessi della città. La nostra proposta di modifica dello Statuto, che prevedeva una più equa ripartizione tra Comune e Regione, non è stata approvata. A questo punto, così come avevo preannunciato, il comune di Taormina lascia Taormina Arte”.
Poi l’affondo: “Ho fatto verbalizzare la mia richiesta indirizzata al soprintendente Ester Bonafede di procedere a comunicare all’Assessorato al Turismo di voler procedere alla nomina di un commissario non essendo mia intenzione firmare alcun atto anche in relazione a quelli che sono provvedimenti indifferibili e urgenti. Ho preannunciato inoltre che il comune di Taormina non solo uscirà dalla fondazione ma sottoporrà agli organi competenti le numerose irregolarità costitutive della fondazione, con particolare riferimento al mancato conferimento dei beni da parte della Regione siciliana”. E ancora: “Taormina avrà la sua fondazione denominata Taormina, mentre la regione siciliana potrà proseguire con la fondazione denominata Peppe Nappa. La storia è sempre la stessa: si vuole continuare con lo stupro politico amministrativo di Taormina ma ora la musica è cambiata e continuerà a cambiare senza se e senza ma!”.
La città, come si compiace lo stesso De Luca, magari avrà trovato “un sindaco degno di questo nome”. Schifani, invece, rischia di dover fare i conti con l’avversario più temibile. E di doverci perdere il sonno. Per ulteriori informazioni citofonare Musumeci.