La Procura di Catania, come riportato da Live Sicilia, ha chiesto il rinvio a giudizio di sette persone nell’ambito dell’inchiesta sulla Società Interporti di Sicilia (SIS). Tra queste l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, nella sua precedente veste di assessore alle Infrastrutture, e l’ex vicepresidente della Regione Gaetano Armao.
L’inchiesta è stata avviata dopo un esposto di alcuni dipendenti dell’azienda pubblica e riguarda il falso possesso di una laurea che sarebbe stata prodotta da una dipendente della Sis, ovvero Cristina Sangiorgi. A gennaio scorso furono temporaneamente poste agli arresti domiciliari quattro persone: l’ex deputato regionale Nino D’Asero, l’amministratore unico della società interporti, Rosario Torrisi Rigano, l’imprenditore Salvatore Luigi Cozza e la dipendente dell’azienda. Il rinvio a giudizio riguarda anche Giuseppe Li Volti, ex assistente parlamentare e coordinatore della segreteria particolare di Falcone.
L’inchiesta è stata avviata dopo un esposto di alcuni dipendenti dell’azienda pubblica e riguarda il falso possesso di una laurea che sarebbe stata prodotta da Sangiorgi. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione e contraffazione e uso di pubblici sigilli. Sarebbero emerse presunte “interferenze illecite” che avrebbe esercitato D’Asero su Torrisi Rigano, tramite alcuni politici regionali, per revocare il licenziamento per giusta causa di Sangiorgi. In particolare per intercedere a favore della donna, secondo l’accusa, D’Asero si sarebbe rivolto a Falcone, Armao e Li Volti che avrebbero esercitato pressioni sull’amministratore unico della Sis, al fine di far revocare il licenziamento della dipendente. Per gli assessori dello scorso governo e per Li Volsi l’ipotesi di concorso in induzione indebita è l’unica accusa.