Il codice etico per i parlamentari e il dibattito promesso da Gianfranco Micciché a Claudio Fava rischiano di non bastare. Le ultime vicende giudiziarie che si sono abbattute sulla politica siciliana, con il coinvolgimento dei deputati ed ex deputati, nonché di parecchi assessori (4 su 11) della giunta Musumeci, ha fatto arrabbiare di brutto il Movimento 5 Stelle. Che ha tuonato contro “il silenzio trasversale” dell’Assemblea regionale, sventolando il vessillo – mai passato di moda – dell’onestà. E invocando, su alcuni casi specifici, l’istituto delle dimissioni. “Quando un deputato è investito da un’inchiesta come quella capitata a Riccardo Savona e non si auto sospende, dovrebbero essere i partiti a intervenire: noi del M5S facciamo così”. E’ il capogruppo grillino all’Ars, Francesco Cappello, ad alzare il tiro. E a puntare (ancora) i riflettori su una vicenda che, ad esempio, ha lasciato il presidente della Regione, Nello Musumeci, senza parole.
All’indomani di Castelvetrano, Musumeci ha detto di essere contro i giacobini. E che i moralisti sono una brutta categoria. Basta ribadire la propria fiducia nel lavoro della magistratura?
“Il silenzio è la cosa peggiore che un presidente della Regione possa consegnare ai siciliani. La forma più deleteria per un governatore che non intende assumere una decisione o partecipare a questa discussione”.
Cosa dovrebbe fare secondo lei?
“Reagire e pretendere lui stesso le dimissioni di Savona. Faccio notare, per chi se lo fosse perso, che c’è soltanto una commissione attribuita a un componente dell’opposizione, cioè Sammartino (si tratta della V, la commissione Cultura). Tutto il resto è appannaggio della maggioranza. Questa cosa riguarda Musumeci e lo riguarda in prima persona”.
Vi siete focalizzati su Savona. Il presidente della commissione Bilancio è accusato di truffa. Secondo i pm avrebbe utilizzato la sua posizione per far redigere progetti “fuffa” ad associazioni legate direttamente a lui e ottenere finanziamenti regionali e comunitari. Tutto questo per creare un serbatoio di voti. Lui nega tutto.
“Le grandi indagini che lo riguardano sono del tutto incompatibili con il ruolo di presidente. Da componente di maggioranza, ha la gestione complessiva e totale delle scelte di tipo economico che competono la commissione stessa. La commissione Bilancio è il cuore dell’assemblea, determina a 360° la destinazione e le scelte economiche. Questo fa di Savona una persona del tutto incompatibile al ruolo”.
Lei crede che possa reiterare il reato nonostante lo scandalo che gli è piovuto addosso?
“Questo non deve chiederlo a me, ma a lui. Il punto è un altro. Chi interpreta le istituzioni siciliane deve essere al di sopra di ogni sospetto. Dobbiamo distinguere il ruolo della magistratura da quello della politica. La politica deve consegnare ai cittadini delle persone che, quando si trovano ai posti di comando, garantiscano la massima trasparenza, onestà e legalità”.
Ma la questione morale è più soggettiva o di competenza dei partiti?
“I partiti devono fare qualcosa. Tanto è vero che noi, alla vigilia delle elezioni Regionali, facemmo un’iniziativa sugli impresentabili di Musumeci, cioè su coloro che, in un modo o nell’altro, avevano dei precedenti penali che pesavano sul grido di onestà e legalità che lo stesso Musumeci sosteneva in campagna elettorale. La questione della mancanza di precedenti penali e carichi pendenti, secondo me, è una pre-condizione per fare politica. Ma questo non riguarda soltanto il Movimento 5 Stelle, ma tutti quelli che si candidano e ambiscono a essere eletti. Però mi consenta una precisazione…”.
Prego.
“Noi abbiamo chiesto a Savona di fare un passo indietro dalla presidenza della commissione Bilancio, non dal ruolo di deputato. Da deputato potrà difendersi nelle aule di giustizia, come un normale cittadino”.
Perché vi sorprendete tanto di quello che sta accadendo? Gli indagati alla Regione ci sono sempre stati…
“Non c’è nessuna novità, è vero, ma il problema è proprio questo: che il quadro rimane immutato. La novità rispetto a prima è che c’è una forza politica che lo denuncia e che non si rassegna al silenzio delle parti. Oggi c’è una voce dissonante che si leva dal coro e viene consegnata all’opinione pubblica: la nostra. Nasciamo sotto la bandiera della legalità e continueremo a sventolarla di legislatura in legislatura”.
La commissione regionale Antimafia sta scrivendo un codice etico e il presidente dell’Ars ha annunciato un dibattito parlamentare sulla questione morale. Qualcosa si muove.
“Il dibattito non può che fare bene a tutta l’assemblea perché ci mette con le spalle al muro, compresi gli indagati. Il codice etico non penso risolverà i problemi se i partiti non lo faranno valere. Auto regolamenta la vita del parlamentare, ma se non c’è nessuno che s’impone la questione rimane. Bisogna escludere dalle liste quelli coi precedenti penali”.
Delle vicende di Termini Imerese e Castelvetrano qual è l’aspetto che la preoccupa maggiormente? Al di là delle singole posizioni dei deputati coinvolti, s’intende…
“Insisto: la cosa peggiore, più preoccupante è il silenzio trasversale di tutte le forze politiche eccetto il Movimento 5 Stelle. L’assoluta accettazione di queste vicende, come fossero normali incidenti di percorso. Noi non ci stiamo”.
A proposito di questione morale. Non è ancora arrivato da parte della Regione nessun chiarimento sul fantomatico censimento del patrimonio immobiliare affidato, durante il governo Cuffaro, a Sicilia Patrimonio Immobiliare e per il quale la Regione ha pagato estero su estero, 91 milioni di euro. Nessuno mai ha visto questo censimento. Non sarebbe doveroso, da parte della politica, verificare?
“Di questo caso noi del Movimento 5 Stelle ci siamo occupati sin dalla scorsa legislatura. I miei colleghi della commissione Bilancio, durante un’audizione, sollevarono il caso di Sicilia Patrimonio Immobiliare e del censimento degli immobili, tenuto conto che un esposto arrivò anche dall’ex governatore Crocetta. Le risultanze di quell’audizione furono inviate alla magistratura contabile da cui aspettiamo un cenno. Inoltre, il mio collega Nuccio Di Paola ha presentato un’interrogazione cui la Regione ha dato delle risposte evasive. Da quello desumiamo che Musumeci non abbia alcuna contezza della consistenza del patrimonio immobiliare, atteso che continuiamo a pagare circa 40 milioni di fitti passivi. Questo è scandaloso. Continueremo a sollecitare chi di competenza per fare luce sulla questione”.
Non crede che in Sicilia, al di là di una questione morale, dovrebbe aprirsene una infrastrutturale, una occupazionale, e magari una stagione di riforme?
“Verissimo”.
E invece a che punto siamo?
“Al punto di partenza. Che purtroppo coincide con la fine della legislatura Crocetta. Da quel momento non è cambiato niente, tranne i ruoli dei governanti. C’è una continuità politico-amministrativa che si riflette nel nulla più assoluto in termini di riforme e leggi significative. Che lascia la Sicilia al palo e vede le aspettative deluse”.
Il Movimento 5 Stelle non sta attraversando un bel momento. Il voto regionale lo dimostra. Crede che le Europee, che forse più di tutte conservano i connotati di un voto d’opinione, possano farvi uscire da questa crisi di consensi?
“Certamente sono un banco di prova anche per il governo Conte e per i provvedimenti messi in campo in questi otto mesi. Il nostro motto è “se lo diciamo lo facciamo”. Per la prima volta ci troviamo di fronte un governo nazionale che può emettere provvedimenti consequenziali al programma elettorale sottoscritto coi cittadini prima delle urne. Anche se il M5S non ha vinto nelle Regioni, in molte di esse resta la prima forza politica. Noi siamo ottimisti e, a partire dalla Sicilia, continueremo a fare la nostra parte”.
Non crede che in Sicilia, risultato il vostro feudo alle ultime Politiche, il consenso possa venire eroso dall’avanzata della Lega?
“Guardi, io non voglio essere ottimista a tutti i costi, ma qui abbiamo il maggior numero di parlamentari nazionali e anche la squadra più nutrita di deputati regionali in assemblea. Non ci siamo fermati un attimo dal giorno successivo alle elezioni Regionali. Continuiamo a girare in lungo e in largo la Sicilia, a informare i siciliani e sono più gli apprezzamenti rispetto alle critiche che riceviamo. Siamo assolutamente convinti della bontà dei provvedimenti del governo nazionale e del fatto che raccoglieremo buoni risultati anche alle Europee”.