“Una vera e propria bufala (…) completamente inventata, per giunta a due giorni dalle elezioni europee”. Così il difensore di Daniela Santanchè, l’avvocato Nicolò Pelanda, definisce la notizia dell’apertura di un nuovo procedimento penale per bancarotta in relazione a Visibilia Editore apparsa su alcune testate che ora la ministra vuole portare in tribunale. Come scrive il legale in una nota, la notizia “è completamente destituita di fondamento e non trova peraltro alcun riscontro negli atti di indagine relativi al fascicolo sul falso in bilancio”.

“L’unico provvedimento di stralcio presente agli atti del fascicolo, peraltro datato 10 aprile 2024, – prosegue l’avvocato – dispone sì la formazione di un separato procedimento per ipotesi concorsuali” di bancarotta, “ma precisa anche che di quest’ultimo filone, come riporta testualmente l’atto, ‘deve essere chiesta l’archiviazione'”. “Tale circostanza – continua la difesa – era peraltro stata oggetto di un comunicato della stessa Procura di Milano proprio in occasione della chiusura indagini per l’ipotesi di falso in bilancio”.

“La notizia falsa diffusa da Il Fatto Quotidiano, cui ha fatto eco in pochissimi minuti gran parte della stampa nazionale, ha determinato un gravissimo danno alla reputazione del ministro Santanché, – chiude la nota – gettando ulteriore discredito sulla sua immagine. Anche per questi motivi, le iniziative a tutela dell’onore e della reputazione della dottoressa Santanché non potranno che essere ferme ed irremovibili”.

Secondo il quotidiano oggi in edicola, la procura di Milano avrebbe stralciato dall’inchiesta di falso in bilancio un filone relativo alla bancarotta iscrivendo anche alcuni dipendenti della società, citando un documento di “separazione di provvedimento”.