Sanità, una boccata d’ossigeno

In arrivo dalla Regione 15,8 milioni di euro per quelle strutture private accreditate che nel 2023 hanno permesso, da un lato, di rispondere al crescente bisogno di prestazioni specialistiche dei cittadini siciliani e, dall’altro, di ridurre il volume delle liste d’attesa.

In particolare, più di 11 milioni di euro sono stati recuperati dai finanziamenti al settore della nefrologia che, secondo le proiezioni dell’anno in corso, sono risultati in eccesso. Due milioni di euro rimarranno a disposizione degli specialisti che effettuano trattamenti di dialisi, al fine di coprire i costi dell’aggiornamento delle tariffe che erano ferme al 2013, mentre i restanti 9,3 milioni andranno ai laboratori di analisi (5,2 milioni), agli ambulatori di fisiokinesiterapia (3,8 milioni) e agli ambulatori di odontoiatria (300 mila euro).

Inoltre, il decreto dell’assessorato regionale della Salute stabilisce che altri 6,5 milioni siano distribuiti alle aziende sanitarie provinciali per essere erogati successivamente a quelle strutture private che hanno contribuito all’abbattimento delle liste d’attesa, in particolare nel settore delle visite specialistiche “a branche” (esclusivamente tra quelle indicate come “prestazioni critiche” dal ministero della Salute), nella radiologia e nella medicina nucleare. Quest’ultimo stanziamento si inserisce nell’ambito del Piano operativo per il recupero delle liste d’attesa della Regione Siciliana, predisposto dal dipartimento della Pianificazione strategica guidato dal dirigente generale Salvatore Iacolino, e approvato dalla giunta regionale lo scorso 27 luglio.

«La stretta collaborazione tra pubblico e privato – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – è uno degli obiettivi fondamentali del mio governo nella gestione della sanità perché fondamentale, almeno in questa fase, per garantire a tutti i cittadini le prestazioni richieste in tempi adeguati. Ciò non significa che non lavoriamo contemporaneamente e concretamente al potenziamento del servizio sanitario pubblico, ma non sarebbe logico privarsi di una sinergia che sta dando ottimi frutti».

Enrico Ciuni :

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