L’elenco dei direttori “maggiormente idonei” cui affidare le chiavi della sanità pubblica.

Faceva già ridere così, ma poi il presidente della Commissione Salute dell’Ars ha scelto di esagerare: convocando per mercoledì mattina, alle 11, l’assessore Giovanna Volo, la stessa che si è esposta agli sfottò dell’aula per non aver saputo rispondere ad alcune interrogazioni “stagionate” (è accaduto un paio di volte). Per parlare di cosa, poi? Di un argomento che Schifani ha detto di non conoscere. Ossia questo elenco, ben dettagliato, di stimati professionisti che nei giorni scorsi hanno partecipato a un colloquio pubblico, di fronte a una commissione giudicatrice, per proporsi alla guida di ASP, Arnas, Aziende Ospedaliere e Policlinici. Se l’esito di questa procedura fosse affidata a una commissione indipendente, sarebbe un ottimo segnale per tutti. Ma la scelta definitiva compete comunque alla politica. E questa prima scrematura, francamente, suona un po’ sinistra: per le finalità e per i tempi.

E’ chiaro che, ad ogni esame, ci siano promossi e bocciati. Ma la suddivisione fra “idonei” e “maggiormente idonei” è stata accolta con scetticismo persino dai partiti che dovevano già essere al corrente di quanto previsto nell’Avviso pubblico: cioè che la procedura selettiva fosse “a carattere non comparativo, volta ad individuare i soggetti maggiormente idonei al conferimento dell’incarico di direttore generale”. E quindi, perché tanta sorpresa? Alle prime rimostranze da parte degli Autonomisti di Lombardo, Schifani ha spuntato dal menu a tendina la solita scusa: non c’ero e se c’ero, dormivo. “La Presidenza della Regione non dispone dell’elenco dei candidati idonei alla nomina a manager di aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche siciliane. La Commissione regionale per la selezione dei candidati – diceva il presidente venerdì pomeriggio – infatti, non ha ancora comunicato la conclusione della procedura valutativa. Quando i relativi atti saranno sottoposti alla Presidenza, ci riserviamo di valutare la coerenza di questi ultimi con le prescrizioni previste dal bando, votato all’unanimità dalla giunta di governo, e dalla legge”.

Ma insomma: questo elenco di 49 direttori generali “maggiormente idonei” chi se l’è inventato? Sarà una bozza finita in mano a qualcuno e resa pubblica dalla smania dei giornalisti? Si stenta a crederlo. Che un documento “attendibile” abbia varcato le porte dell’assessorato senza una notifica al presidente della Regione, pare grottesco. E le parole di Schifani non rassicurano, anzi. Ma in quel contesto si rendono necessarie, giacché Giuseppe Lombardo, nipote di Raffaele e deputato questore all’Ars, aveva messo le mani avanti: “Circolerebbe un elenco – redatto non si sa da chi – di aspiranti direttori generali della sanità, non si capisce se idonei o più idonei rispetto a meno idonei e perciò nominabili o forse no. Sarebbe un’iniziativa arbitraria, abusiva e illegittima. E’ indispensabile che si assicuri che il fantomatico elenco, ammesso che esista, non ha nessun valore e si prenda atto che la commissione esaminatrice ha dichiarato idonei gli esaminati che hanno superato la prova”.

Esiste, onorevole, esiste. Solo la matrice è poco chiara. E il peso pure. Ma quell’elenco è un primo validissimo strumento per capire chi s’è messo (e chi meno) in mostra di fronte alla commissione giudicatrice. Di cui facevano parte: Tommaso Pirronti (Policlinico Gemelli), Giuseppe Montalto (Università di Palermo) e Francesco Enrichens (Agenas). Più delle loro valutazioni, però, conteranno come sempre quelle dei partiti. Lo sa bene il Movimento 5 Stelle: “All’elenco degli idonei per il concorso che stabilirà chi dovrà guidare le aziende della sanità siciliana c’è solo un commento da fare: sta per ripartire la giostra della lottizzazione. E finché la politica, non ci stancheremo mai di dirlo, non la smetterà di farla da padrone in questo mondo, avremo un sistema sanitario pessimo”. “Tra l’altro – dice il capogruppo grillino, Antonio De Luca – anche la procedura adottata non è la più ortodossa. La notizia di questi due elenchi ha colto di sorpresa la stessa commissione dell’Ars, che ha deciso di riunirsi mercoledì prossimo, invitando il governo, per vedere chiaro sulla vicenda”.

E così torniamo dritti all’esperimento sociale di domani, quando il presidente Laccoto (Lega) ha convocato fra gli altri il capo del dipartimento Pianificazione Strategica, Salvatore Iacolino, il dirigente generale dell’Ufficio legislativo e legale, Giovanni Bologna e – rullo di tamburi – l’assessore Giovanna Volo. Cosà potrà mai dire la Volo più di quanto (non) abbia detto Schifani? Le saranno bastati tre giorni di galleggiamento per scoprire chi c’è dietro questa fuga di notizie e smascherarlo? Avrà tempo e modo di rassicurare tutti sulla regolarità della procedura di selezione?

L’approccio della Volo alla politica non è stata lucidissima: ha toppato sulle proroghe ai precari Covid (fino a ieri è partita l’ennesima direttiva alle Asp per ricomprendere altre figure professionali nei percorsi di stabilizzazione), scontrandosi coi desiderata di Fratelli d’Italia; ha vacillato coi privati convenzionati, fino alla serrata di quattro giorni che costretto la sanità pubblica ai salti mortali per garantire il massimo delle prestazioni (in extrabudget); non ha risposto a interrogazioni e interpellanze perché gli uffici non avevano consegnato in tempo i documenti, sottoponendosi al fuoco incrociato delle opposizioni. E’ stata “isolata” fino all’arrivo del direttore Iacolino, che le ha dato una bella mano per uscire da un’impasse che stava durando troppo. Schifani ci aveva puntato un sacco: assegnare la sanità a un “tecnico” avrebbe dovuto dissipare critiche e congetture sul ruolo dei partiti e sulla sua (presunta) autorevolezza. Ma i risultati ottenuti dalla Volo, in questo inizio, non sono stati brillanti. La commissione di mercoledì mattina rischia solo di aggravare il bilancio. E renderlo più patetico.