La settimana terribile di Giovanna Volo, da pochi mesi assessore regionale alla Sanità, fortunatamente sta volgendo al termine. Mancano ancora un paio di appuntamenti cruciali: l’incontro di oggi, a Palermo, con i commissari delle Asp per definire le linee d’indirizzo sui precari Covid, in scadenza il 28 febbraio; e la manifestazione di protesta dei privati convenzionati, reduci da tre giorni di serrata, che domani, di fronte alla sede dell’assessorato di Piazza Ziino, la inviteranno a dimettersi. I tormenti della Volo, in queste ore, si sono prolungati dentro e fuori le stanze del potere, e hanno investito – come accade da molti anni a questa parte – le lacune macroscopiche del sistema: dalla carenza di medici, che non conosce colore politico e determina l’intasamento di molti reparti (in primis i pronto soccorso); al tentativo di razionalizzare la spesa del servizio sanitario regionale.

Le previsioni di budget al ribasso per ambulatori specialistici e laboratori analisi hanno comportato il blocco delle prestazioni in convenzione già da martedì, con un sovraffollamento delle strutture pubbliche. La Volo, rimasta da sola in trincea a combattere, ha tentato di ovviare potenziando il servizio dei laboratori pubblici ospedalieri, attingendo alle “prestazioni aggiuntive” (che prevede un ulteriore esborso di denaro). Difficile coglierne la ratio. Proprio per questo la frattura coi privati – da cui Schifani aveva promesso di ripartire per non sacrificare i servizi e tornare a garantire una sanità all’avanguardia – si fa addirittura più netta: “Ogni singola prestazione erogata dal pubblico – ribatte il Cimest – costa alle casse della Regione il triplo di quanto viene corrisposto per la stessa prestazione al privato accreditato. Se, come sostiene da mesi, non esistono i fondi per consentirci di assistere tutti i cittadini che ce lo chiedono, dove li prenderà questi soldi l’assessore?”.

A togliere le castagne dal fuoco all’assessore Volo non è bastata la rinuncia allo sciopero da parte di due sigle (rappresentanti di un centinaio di strutture). In termini di operatività servirebbe un aiutino dalla politica. Che in questa fase manca. Nessuno lo segnala abbastanza, ma la sanità, sotto il profilo dell’amministrazione, sta facendo i conti con una pesante vacatio: dall’addio del dirigente generale Mario La Rocca, silurato per “giusta causa” (aveva superato il tempo limite di permanenza nello stesso dipartimento), alla Pianificazione strategica è arrivato Salvatore Requirez, già a capo di un altro dipartimento (Attività sanitarie e Osservatorio Epidemiologico). E’ una soluzione-ponte in attesa che si concretizzi l’atto d’interpello rivolto all’esterno. Questa assenza, però, fa il paio con le insicurezze di Volo, che lo scorso autunno è stata precipitata dal nulla sulla poltrona più delicata – quella di assessore alla Salute – ed è costretta a barcamenarsi contando solo su se stessa. Mancano gli “stati cuscinetto” di cui Schifani avrebbe dovuto circondarla per evitarle magre figure.

Invece la povera Volo non è stata neppure in grado di rispondere in aula alle interrogazioni dell’opposizione, presentate già da settimane. Chi mastica di politica sa perfettamente che le risposte agli atti parlamentari, più che dall’assessore, sono ispirate dagli uffici. Ma in questo caso il raccordo è mancato, così l’assessore ha cercato di ripiegare sull’alternativa più comoda: la replica per iscritto. Sala d’Ercole, senza pietà, ha rispedito la proposta al mittente. La rubrica sulla Salute è stata rinviata di una settimana. “Tutto pensavamo, tranne di poter rimpiangere il disastroso governo Musumeci – hanno evidenziato i Cinque Stelle -. Dobbiamo però ammettere che l’esecutivo Schifani ce la sta mettendo proprio tutta per farci cambiare idea: dopo una Finanziaria tutt’altro da incorniciare, fa saltare una seduta d’aula perché il suo assessore alla Salute è impreparata sulle interrogazioni. Tutto ciò è irrispettoso per il Parlamento e per i cittadini”.

Ma le accuse di impreparazione rivolte al neo assessore si susseguono. Anche sui precari Covid, il cui contratto scade il 28 febbraio, e che la Regione ha già prorogato più volte (previa autorizzazione di Roma, che ha fornito la cornice entro cui agire), la Volo è caduta dal pero. L’ha riferito il deputato regionale del Pd, Mario Giambona, al termine dell’appuntamento di ieri in Commissione Salute: “L’assessore Volo, a soli sei giorni dalla scadenza prevista per fine mese della proroga dei precari Covid, ha confermato che nessuna soluzione è prevista per questa importante platea di lavoratori. Questo personale viene messo alla porta nonostante i lavoratori, che hanno acquisito esperienza e professionalità, abbiano consentito di superare l’emergenza e ancora oggi potrebbero fronteggiare la carenza di organico delle aziende sanitarie ed ospedaliere. Ci aspettiamo che il governo dia seguito alle promesse dei mesi scorsi e trovi una soluzione per prorogare i contratti di tutti i lavoratori ex Covid”. Spesso non si fa alcuna differenza tra personale sanitario e amministrativo; su chi serve e su chi no; sul monte ore da applicare ai contratti, che varia da caso a caso, di azienda in azienda.

L’incontro con i commissari delle Asp servirà a sciogliere i nodi. Anche se sul tema, la politica, ha vita facile. Da destra a sinistra, infatti, si moltiplicano gli appelli per una nuova, generica proroga. E se non accadrà, sarà colpa del governo che “brancola nel buio”. I gruppi parlamentari, inoltre, stanno chiedendo con insistenza all’assessore Volo di spendere una parola sulla relazione dell’ex dirigente alla Pianificazione strategica, Mario La Rocca, che ha ipotizzato l’esistenza di un’altra voragine nel bilancio consolidato della sanità regionale – pari a 400 milioni – che finirà per gravare sulle casse della Regione. C’è “il pericolo che il trascinamento dei costi Covid sul bilancio 2023 – come si evince dalla relazione di La Rocca, citata da Live Sicilia – possa determinare un aumento strutturale dei costi del sistema che, se non adeguatamente governato, porti in disequilibrio il bilancio stesso”.

Come ovviare? Grazie “alla riduzione del costo del personale non più necessario alla luce della cessazione dello stato di emergenza e alla limitazione delle spese per investimenti”. Ma nei giorni scorsi La Rocca ha inviato una lettera ai commissari delle Asp per invitarli a razionalizzare le voci di spesa a carico dei singoli bilanci aziendali del 25%. Un’opportunità che irrita molti parlamentari, a cominciare da Nello Dipasquale (Pd): “Quella nota va revocata. Non possono essere i cittadini a pagare il prezzo di scelte sbagliate del governo regionale negli ultimi cinque anni”. La riduzione del 25% consisterebbe nella sforbiciata dei servizi, che già non eccellono. E di certo non depone a favore del turnover del personale, già in sottonumero rispetto alle dotazioni organiche.

A cascata le ripercussioni sono pesanti, ma sempre uguali: il sovraffollamento delle strutture di emergenza, la chiusura dei reparti, l’allungamento delle liste d’attesa (servono mesi per gli accertamenti diagnostici urgenti, figuriamoci per quelli differibili), le ripercussioni, anche in termini di salute, sul personale sanitario e parasanitario. E’ una palla di neve che, venendo giù dalla montagna, s’ingrossa in maniera esponenziale. E che la Volo, da sola, non ha le forze per contrastare.

L’incontro tra l’assessore e i commissari delle Asp

Potenziamento delle prestazioni di laboratorio e futuro del personale legato all’emergenza Covid-19 sono stati i temi al centro dell’incontro con i commissari straordinari delle Aziende sanitarie e ospedaliere, che si è svolto oggi all’assessorato regionale della Salute, presenti l’assessore Giovanna Volo e il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica, Salvatore Requirez.

I punti trattati hanno riguardato l’attività dei laboratori di analisi pubblici e le indicazioni operative sulle prossime contrattualizzazioni con le strutture private, con particolare attenzione alle richieste avanzate dai laboratori privati, ma anche le questioni inerenti al personale dell’emergenza Covid-19 in scadenza di proroga, sottolineando la necessità di una precisa ricognizione dei posti e del fabbisogno economico.

Durante l’incontro sono state perlustrate le possibili soluzioni da portare all’attenzione del governo regionale e avviate le opportune ricognizioni in ogni singola azienda, per garantire la più tempestiva risposta agli sviluppi delle vicende maturate nelle ultime ore. Infine, in merito alla serrata messa in atto dai laboratori privati, l’assessorato registra finora un incremento delle attività assicurate dai laboratori pubblici compreso tra il 15 e il 30 per cento rispetto all’attività ordinaria.