Gli arresti scuotono la Regione

Antonio Candela, ex manager dell'Asp di Palermo, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi nel primo filone dell'inchiesta

“La politica ancora una volta si conferma incapace di riformare un sistema dove si annidano i pericoli maggiori di corruttela e malaffare”. Il Movimento 5 Stelle va all’attacco dopo gli arresti che mettono a soqquadro la sanità siciliana. E non soltanto la sanità. Uno dei nomi “eccellenti” è quello di Antonio Candela, ex manager dell’Asp 6 di Palermo, che qualche mese fa Razza e Musumeci hanno scelto alla guida dell’emergenza Covid nell’Isola (in qualità di “soggetto attuatore”). L’altro è Fabio Damiani, attuale direttore generale dell’Asp di Trapani. Le loro sono nomine politiche e non bastano le parole di Musumeci – ha chiede di passare ai raggi x tutte le gare d’appalto – per ripristinare la fiducia delle opposizioni: “Assistiamo a direttori generali che vediamo recitare sempre negli stessi ruoli o, peggio, essere promossi a ruoli migliori per poi finire sotto la lente di ingrandimento della magistratura – continuano i deputati del M5s nella nota -. Si apra immediatamente una riflessione in parlamento e, soprattutto, il governo e l’assessore della Salute in primis facciano una mea culpa sui fatti accaduti. Razza e Musumeci vengano a riferire in aula, sempre che il presidente della Regione ricordi la strada che porta all’Ars, visto che da quella parti non si fa vedere ormai da tempo”.

Nelle carte dell’inchiesta compare anche il nome di Carmelo Pullara, deputato della maggioranza di Musumeci, capogruppo dei Popolari e Autonomisti, che sarebbe però indagato a piede libero: “Dopo questi incresciosi fatti che travolgono la sanità siciliana – continuano i deputati grillini –  sarebbe il caso di chiedere che funzione abbia l’attività di prevenzione della corruzione nelle aziende sanitarie e nel coordinamento regionale istituito dall’assessore della Salute in Regione mesi addietro. Il Movimento 5 Stelle, nei mesi scorsi, con diversi atti parlamentari, ha raccolto il grido d’allarme lanciato dagli imprenditori del settore e provato ad audire i componenti della CUC più volte, senza però aver avuto riscontro. Diverse volte, ad esempio, abbiamo chiesto l’audizione di Damiani, uno degli arrestati, sia in commissione Bilancio che in commissione Sanità sull’appalto della manutenzione degli elettromedicali, ma questi non si è mai presentato”.

Anche dal Pd giunge una richiesta di chiarimento: “Abbiamo ritenuto più volte assolutamente inadeguata la gestione dell’ emergenza Covid da parte del governo regionale che oggi si condisce di un ulteriore elemento ombroso e negativo. Chiediamo che il presidente Musumeci – dice il neo segretario Barbagallo – riferisca in aula  su quello che sta avvenendo nella sanità siciliana”.

Musumeci, da parte sua, ha spiegato che “la Regione sarà parte civile e ho dato disposizioni di passare al setaccio tutte le gare, perché anche procedure iniziate nel 2016, come quelle oggetto dell’indagine odierna, possono avere prodotto i loro effetti in epoca successiva. Deve essere chiaro a tutti che la sanità non è un business, ma serve a curare le persone. Avevamo visto giusto quando abbiamo approvato in giunta una delibera sulla Cuc e poi adottato misure per l’affiancamento di Consip. Chi ruba, se accertato, non merita di aver ricevuto la stima di tante persone perbene”.

Anche Razza c’è andato giù duro: “Chiederò di ricevere copia dell’ordinanza emessa dal gip di Palermo perché come sempre dobbiamo differenziare la condotta dagli inquirenti. Devo verificare se nel computo di questa attività investigativa sono coinvolti altri soggetti che potrebbero non aver commesso reati ma essere incompatibili con i ruoli che rivestono per una valutazione disciplinale o di opportunità. Il nostro sguardo – ha spiegato l’assessore in una nota – non potrà che esser severo. Così come lo sarà rispetto alle procedure di evidenza pubblica. Abbiamo il dovere di verificare se vi sono state condotte illecite, se è necessario adottare provvedimenti rispetto a queste procedure e quali altri attività di natura ispettiva devono essere condotti. Il mio è un auspicio che chi ha da chiarire la sua posizione davanti autorità giudiziaria lo faccia. Altra cosa sono valutazioni di ordine amministrativo e politico”.

Pullara, invece, ha detto di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia: “Vorrei precisare che ad ora non ho ricevuto nulla e qualora dovessi ricevere qualche comunicazione giudiziaria la mia fiducia nella istituzione magistratura mi consentirebbe di viverla serenamente, come già fatto in precedenza quando il pallone mediatico, anche oggi gonfiato, si è sgonfiato alla luce di fatti riscontri accertamenti e serenità di valutazione”.

La cronaca: mazzette per pilotare gli appalti, dieci arresti

Una maxi operazione della Guardia di Finanza ha svelato un intreccio perverso su un sistema che avrebbe consentito di pilotare appalti milionari della Sanità in Sicilia. L’indagine, che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici, ha portato all’arresto di dieci persone accusate, a vario titolo, di corruzione. Gli investigatori avrebbero accertato un giro di mazzette che ruotava intorno alle gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione e dall’Asp 6 di Palermo per un valore di quasi 600 milioni di euro.

Tra gli arrestati ci sono anche Antonio Candela, 55 anni, attuale Coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, e l’attuale direttore dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, anche lui di 55 anni. Candela, che è ai domiciliari, è stato Commissario Straordinario e Direttore generale dell’Asp di Palermo. Durante il periodo in cui rivestiva la carica di direttore generale dell’Asp di Palermo, la più grande della Sicilia, Candela era stato protagonista di numerose iniziative per la trasparenza e la legalità. Tanto da ricevere i complimenti dell’allora presidente della Regione Rosario Crocetta e dell’assessore alla Sanità del tempo, Lucia Borsellino, per i risparmi ottenuti dalla sua gestione.

In particolare Candela aveva revocato diverse gare d’appalto con risparmi per circa 54 milioni di euro: 10 per la base d’asta della fornitura di pannoloni, 6 per la base d’asta dei sistemi informativi dell’azienda, 18 per l’appalto dei sistemi di vigilanza e circa 20 milioni il servizio di gestione e manutenzione degli impianti tecnologici. Al manager, vittima di numerose minacce, venne così assegnata la scorta. I suoi meriti furono riconosciuti anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel 2016 lo premiò con la medaglia d’argento al merito della Sanità. Il quadro che emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta non è tuttavia quello di una paladino della legalità ma di una “pessima personalità”, come scrive il Gip nella sua ordinanza. “Ricordati che la sanità è un condominio, io sempre capo condominio rimango”, dice Candela senza sapere di essere intercettato.

L’operazione, denominata “Sorella Sanità”, è stata condotta dai militari del comando provinciale di Palermo della Guardia di Finanza. Gli indagati colpiti dall’ordinanza di misure cautelari firmata dal Gip del tribunale di Palermo sono complessivamente 12, dieci dei quali sono stati arrestati. Sono tutti a vario titolo indagati per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.

Indagato anche il deputato dei Popolari e Autonomisti, componente della commissione antimafia all’Ars, Carmelo Pullara. E’ accusato di turbativa d’asta e avrebbe sollecitato Damiani ad aiutare una ditta: in cambio il manager gli avrebbe chiesto aiuto per la sua nomina.  Gli investigatori hanno analizzato quattro procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti sono finiti: la gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali – gara bandita dall’ Asp 6 del valore di 17 milioni e 635 mila euro; i servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dalla CUC del valore di 202 milioni e 400 mila euro; la fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici – bandita dal Asp 6 del valore di 126 milioni e 490 mila euro. E infine i servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale – bandita dalla CUC del valore di 227 milioni e 686 mila euro.

 

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