Gianfranco Micciché non ha ancora deciso. Potrebbe optare per il Senato, tentato com’è dall’idea di diventare capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama. Ma in Sicilia c’è un lavoro da completare. O meglio, da compiere: “Andrei volentieri a Roma, ma colgo la volontà dell’establishment: non vedono l’ora che Miccichè se ne vada. Mettiamo in chiaro una cosa: io vado a Roma soltanto se ho la certezza che in Sicilia si cambia”. Il chiodo fisso è la sanità: “E’ su quel terreno che con Musumeci ho rotto – spiega a Repubblica il vicerè berlusconiano -. Voglio quell’assessorato. La nostra richiesta non è solo legittima: è obbligatoria. Ho detto che avrei cambiato le cose, da due anni studio il settore. Serve un maggiore uso del privato”.
Micciché non ha intenzione di fare l’assessore, ma chiede che sia il suo partito ad occuparsene: “Schifani cerca persone competenti. Ora, io non credo che si riferisca a un medico, ma a qualcuno che abbia capacità manageriali. E allora sì, profili ne abbiamo tanti, sia tra i deputati che fuori”. Potrebbe essere Francesco Cascio, un medico, che gli subentrerebbe in caso di ‘trasferimento’ al Senato: “Schifani non ha in mente un ingegnere per le Infrastrutture o un agricoltore per l’Agricoltura. Io spero che Cascio possa entrare all’Ars, ma non basta – dice Micciché -. Marchionne non era un meccanico, era un grandissimo manager. Se stiamo cercando un medico, non sono d’accordo”.
Poi il presidente dell’Ars segnala “cose strane”: “I mancati pagamenti alle strutture convenzionate, ad esempio. Abbiamo approvato una legge che stanzia 20 milioni, ma ogni giorno c’è un cavillo per non effettuare i pagamenti”. E riporta un’altra anomalia: “Non ho rinunciato alla presidenza dell’Ars per un capriccio, l’ho fatto per porre fine a un sistema in cui ci si chiudeva in una stanza e nessuno sapeva niente. Il vicepresidente Di Mauro è stato costretto a chiedere l’accesso agli atti sulla liquidazione dell’Ente minerario siciliano. Dicevano che i soldi non c’erano e noi sapevamo di sì. È risultato che avevamo ragione noi. È chiaro quanto sia grave? Altro che Senato: se non si arriva a una sintesi, non esco dalla Sicilia manco per andare in vacanza”.