Il presidente della Regione, Renato Schifani, prende in mano l’emergenza sanità. In settimana, con gli uffici di programmazione, verificherà se esistono le condizioni per superare quel maledetto piano di rientro che da diciotto anni impedisce ogni investimento e ogni ammodernamento delle strutture, sia pubbliche che private. Subito dopo, il governatore dovrebbe pure incontrare i rappresentanti degli ambulatori e dei laboratori convenzionati sui quali, il 30 dicembre, si è abbattuta la scure del nuovo tariffario – quello imposto dal ministro Schillaci – che riduce buona parte delle remunerazioni anche del cinquanta per cento e che, di fatto, spingerà non pochi professionisti a licenziare il personale o a chiudere, addirittura, l’attività. Per la traballante sanità siciliana sarebbe un colpo mortale. Il presidente Schifani vuole, evidentemente, evitare il disastro.