Salvini s’allarga. Già che c’era, mentre presentava gli emendamenti al decreto salva casa, il vicepremier ha messo gli occhi sul giardino dei vicini. “Vorrei passare da Mit a Mite, dove la ‘e’ sta per edilizia”, ha buttato là, come se non si trattasse di sottrarre deleghe, e poteri, almeno a tre ministeri concorrenti. Vuole i pieni poteri sul tinello, ma fa arrabbiare gli alleati.
Mattone su mattone Salvini c’ha preso gusto. Prova a mettere su casa tra i moderati, intesa come il tradizionale feudo elettorale dei liberali. “La casa è sacra. Per questo aboliremo l’Ici. Avete capito bene? Aboliremo l’Ici su tutte le prime case”. Le parole di Berlusconi ancora riecheggiano ogni volta che si tocca l’argomento. Per questo quella di Salvini è una vera e propria opa su un pezzo consistente di elettorato. “Me lo chiedono tante categorie professionali . Vogliono un unico ministero per i problemi legati all’edilizia”, spiega il leghista, aggiungendo che per cambiare nome ci vuole un quarto d’ora, “di fatto di edilizia al Mit già ce ne occupiamo”.
Ha ragione, al dicastero di Porta Pia l’edilizia urbana è la materia di un intero settore, una ex direzione centrale che presiede all’edilizia statale, alle politiche abitative, alla riqualificazione urbana e agli interventi speciali. Ma le deleghe sul mattone, nel governo, sono diversificate. Quelle che afferiscono all’energia le ha il ministero dell’Ambiente, guidato dal forzista Gilberto Pichetto Fratin. A parte le competenze delle politiche sociali, di Elvira Calderone, e quelle legate ai vincoli ambientali e architettoniche, di casa se ne occupa Adolfo Urso, che dal Mise – ora si chiama ministero del made in italy, e piu’ Italy della casa cosa c’è? – ha inghiottito il boccone amaro, in termini di ritorno elettorale, della stretta sul superbonus. A lui il lavoro sporco, a Salvini i voti? Elezioni a parte, nel governo considerano irrealizzabile concentrare le deleghe di più ministeri in uno solo. Per il dicastero di Urso sarebbe molto complicato alienare le due linee di azione, gli incentivi alle imprese edili e la vigilanza sulle cooperative. “E poi – è la battuta che circola nell’esecutivo – Mite non si addice a Salvini…”. Continua su Huffington Post