Dopo l’abbuffata emiliano-romagnola, Matteo Salvini trova spazio per la Sicilia, che da un paio di settimane ha salutato la nascita del nuovo gruppo all’Ars. Il segretario leghista torna nell’Isola dopo il rapido passaggio estivo del Papeete Tour (fece tappa a Taormina, Catania e Siracusa). Questa volta la meta sarà Palermo: l’appuntamento è per lunedì alle 18.30 al Teatro Massimo, dove Salvini rimarcherà con enfasi il valore di un passaggio storico, ossia l’approdo del Carroccio nel parlamento siciliano. Il “capitano” ha già avuto modo di conoscere i suoi “soldati” al termine del comizio di Maranello del 18 gennaio, quando il plotone dei deputati regionali, accompagnati da Nino Minardo e Stefano Candiani, oltre alle due europarlamentari Francesca Donato e Annalisa Tardino, si sono appartati con Salvini nella saletta di un hotel a Bologna per i saluti di rito.
Attorno alla venuta di Salvini c’è grande curiosità. In primis perché il battesimo siciliano della Lega avverrà al teatro “Al Massimo”, nella casa di Leoluca Orlando, che di Salvini non è mai stato un profondo estimatore. E anzi ne ha contestato con asprezza la politica dei porti chiusi. E poi, sul fronte politico, perché potrebbe presentarsi l’occasione per un primo approccio con Nello Musumeci, rientrato in queste ore dagli States. Non è un mistero che Musumeci abbia cercato più volte di entrare in simbiosi con Salvini, e che nel corso dell’ultimo “inseguimento” romano, di un mesetto fa, gli abbia prospettato una federazione tra la Lega e Diventerà Bellissima. Un’ipotesi che è ancora in fase di valutazione, e di cui si starebbe occupando il commissario leghista nell’Isola, Stefano Candiani.
Anche Nino Minardo, attivo protagonista per la creazione del gruppo parlamentare della Lega, ha spiegato stamattina a “La Sicilia” che “siamo organici a questo governo e sosteniamo Musumeci con lealtà. Ma d’ora in poi pretendiamo che il nostro contributo, di idee e cambio di marcia, sia tradotto in progetti e atti che rilancino l’azione del governo regionale, che finora non è stata tutta rose e fiori”. La Lega è pronta a fare il suo, ma pretende chiarezza (come è già emerso dagli interventi del capogruppo Catalfamo durante la discussione dell’esercizio provvisorio). Al momento, come ha rivelato Minardo nel suo intervento, non si discute di poltrone: anzi, l’ex forzista ha depennato dalla lista dei papabili assessori in quota Lega il nome dell’ex presidente dell’Antimafia Centaro. Resta in ballo Orazio Ragusa.