Salvini con la divisa di siciliano

Igor Gelarda, coordinatore Enti Locali della Lega per la Sicilia Occidentale e Matteo Salvini, che oggi sbarca nell'Isola

E’ il giorno di Matteo Salvini in Sicilia. Il giorno in cui il Ministro dell’Interno, e segretario della Lega, torna nell’Isola per un paio di appuntamenti che nella sua agenda sono segnati in rosso da tempo: l’inaugurazione del nuovo commissariato di Polizia a Corleone, simbolo della lotta alla mafia; e la campagna elettorale, che domenica porta al voto 34 comuni siciliani. In molti di essi la Lega si presenta con un proprio candidato e il proprio simbolo. Anche se l’identità ancora latita.

A Caltanissetta è in campo Oscar Aiello, ex militante berlusconiano; a Gela corre Giuseppe Spata, che militava in Libera, l’associazione antimafia fondata da don Ciotti; a Monreale tocca a Giuseppe Romanotto, che sfida l’ex luogotenente Salvino Caputo (nel frattempo diventato forzista), mentre a Mazara del Vallo è il turno di Giorgio Randazzo, fino a qualche mese fa un musumeciano convinto. Non si può dire che la classe dirigente leghista sia neofita della politica. Ma il primo dei “convertiti” è lui, Igor Gelarda, fresco candidato alle Europee, coordinatore enti locali delle Lega per la Sicilia occidentale e consigliere comunale di Palermo che quasi un anno fa abbandonò il Movimento 5 Stelle per aderire al Carroccio. Oggi in molti glielo rinfacciano: “Se avessimo dovuto candidare gente che non ha mai fatto politica, bisognava ricorrere ai bambini. Noi stiamo investendo in persone che hanno manifestato il proprio impegno civico, magari in altre formazioni, ma che l’hanno fatto in modo coerente con i principi della Lega”.

Quali?

“Onestà e vicinanza al territorio. Il fatto di essere ex grillino o ex di Diventerà Bellissima non significa nulla”.

E’ stato facile il reclutamento?

“No, perché quella della Lega è una visione prospettica completamente nuova. Ci siamo sforzati di trovare persone che abbiano amor proprio e volontà di difendere il proprio territorio. Molte erano intorpidite, perché nel passato ci hanno trattato così male da farci dimenticare l’orgoglio di essere siciliani. Il percorso è appena cominciato. Sarà lungo e delicato: dalla formazione dei nuovi quadri dirigenti dipende il futuro dei nostri figli”.

Quanta strada c’è da fare?

“In Italia la Lega esiste da più di trent’anni e ha una sua storia, un suo vissuto. Noi in Sicilia abbiamo cominciato il nostro, e la storia non ce l’abbiamo perché siamo troppo giovani. Vogliamo costruirla con persone come Giorgio Randazzo, che a soli 29 anni fa tremare il Consiglio comunale di Mazara con i suoi interventi”.

A Monreale sfidate il vostro passato. Salvino Caputo, leghista di lungo corso, è indagato per voto di scambio a Termini Imerese. Adesso è in Forza Italia e voi gli contrapponete Romanotto.

“Monreale è la testimonianza di come in passato ci siano stati degli errori, anche gravi, da parte della vecchia gestione che non ci interessa e non ci riguarda più. La nostra presenza, in quel Comune, è importantissima per dare un segnale di novità, di legalità e di pulizia alla cittadinanza. Fermo restando che sarà poi la magistratura a stabilire eventuali responsabilità penali da parte degli indagati”.

Ma alle Europee avete in lista Angelo Attaguile. Anche lui è indagato per voto di scambio e, in più, ha un passato al fianco di Raffaele Lombardo. Rappresenta una contraddizione in termini.

“Candidarlo è stata una scelta del partito e io ho massima fiducia in quello che decide Salvini”.

Com’è avvenuto il processo di strutturazione della nuova classe dirigente? Siete stati voi a cercare profili all’altezza, o sono state più le persone a farsi avanti?

“E’ stato un venirsi incontro. Abbiamo individuato delle figure che, spesso, coincidevano con coloro che avevano voglia di mettersi in gioco per la propria terra. Qualcosa di simile è successo anche a me. Ero consigliere del Movimento 5 Stelle, mi sono dimesso e sono stato contattato dalla Lega. C’è stata una corrispondenza di amorosi sensi politici”.

A proposito di Lei. Dopo che su un manifesto, a Palermo, le hanno scritto di aver tradito la Sicilia, alcuni grillini hanno esultato. E le hanno chiesto di restituire il seggio a Palazzo delle Aquile. Come l’ha presa?

“Se il M5S sta avendo un crollo verticale è perché al suo interno esistono persone del genere. Ma ci tengo a sottolineare che gli artefici di questa uscita infelice sono stati soltanto due. Gli altri consiglieri grillini si sono rifiutati di firmare quel documento e hanno espresso solidarietà nei miei confronti”.

Il 26 maggio, invece, qual è il risultato minimo, in termini percentuali, per parlare di successo?

“Se ci piazziamo attorno al 16-17% possiamo considerarlo un risultato di prestigio. Da quando c’è il senatore Stefano Candiani come commissario, il partito in Sicilia si sta strutturando in maniera forte”.

Salvini oggi è a Corleone per inaugurare il nuovo commissariato di Polizia. A livello simbolico, niente da dire. Ma perché proprio il 25 aprile?

“Mi aveva promesso di inaugurare il commissariato di Corleone a settembre dell’anno scorso. E’ un segnale tangibile di solidarietà e vicinanza verso i poliziotti e gli uomini in divisa. Mi riempie di gioia da siciliano e da servitore dello Stato, essendo anch’io un poliziotto”.

Crede anche lei che il significato del 25 aprile sia ridotto al derby tra fascisti e comunisti?

“Salvini è talmente avanti che a volte non viene compreso. La lotta, adesso, è contro le mafie: abbiamo quella siciliana, quella calabrese, quella nigeriana. Mentre il fascismo, mi pare chiaro, è stato sconfitto 70 anni fa. Ciò non significa che non dobbiamo ricordare i sacrifici fatti dai nostri padri per affermare la democrazia. Allo stesso tempo, però, bisogna fissare le priorità: una di queste, è liberare l’Italia dalle mafie. Salvini è una specie di precursore e ha inserito questa festa nel giusto contesto”.

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