“Al fine di contemperare la tutela delle libertà e dei diritti fondamentali delle persone con la necessità di contrastare e contenere il diffondersi del virus Sars-Cov2, sul territorio della Regione siciliana l’esercizio e la ripresa graduale delle attività economiche, produttive, culturali, ricreative, sportive e delle relazioni sociali è disciplinata, a tutela della salute dei cittadini, in ragione dell’andamento epidemiologico e, comunque, entro i limiti ed interessi generali cui si informa la legislazione dello Stato”. E’ il “cuore” del disegno di legge approvato ieri a tarda sera dal governo di Nello Musumeci sulla scorta del contestato Dpcm del governo Conte sugli orari di chiusura di bar e ristoranti.
Il testo, composto da quattro articoli, è stato trasmesso all’Assemblea regionale per l’esame in aula. “A decorrere dall’entrata in vigore della presente legge e fino alla cessazione dello stato di emergenza”, si legge nel ddl, “nei limiti dei principi e degli interessi cui si informa la legislazione statale emergenziale, alla luce del principio di sussidiarietà e al fine di meglio rispondere alle specifiche esigenze del territorio regionale, le attività (economiche, produttive, culturali, ricreative, sportive e delle relazioni sociali) sono disciplinate con apposita ordinanza del presidente della Regione sentito il parere obbligatorio del Comitato tecnico scientifico e a condizione che sia possibile garantire il rispetto delle misure igienico-sanitarie” e “qualora a livello nazionale siano previste mitigazioni o restrizioni delle misure di contrasto alla diffusione del virus, queste possono essere recepite con ordinanza del presidente della Regione”. Non più tante deroghe, ma una super deroga.
Inoltre, viene istituita “una commissione di esperti quale organo tecnico consultivo della Regione siciliana; la sua composizione, la sua disciplina di funzionamento, nel rispetto delle competenze del Dipartimento regionale per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, sono disciplinati con decreto dell’assessore alla Salute”.
Il governatore, in giornata, ha fatto un altro passo indietro: “Nessuno qui vuole riaprire subito, utilizzeremo la legge regionale, se sarà approvata dall’Assemblea siciliana, solo quando ci saranno le condizioni per poterlo fare: non siamo irresponsabili e non subiamo la pressione della piazza. Se le condizioni della Sicilia saranno diverse tra qualche mese da Lombardia e Veneto, non capisco perché non dovrei aprire in anticipo ristoranti e cinema rispetto alle regioni più in difficoltà”. A ‘Un Giorno da Pecora’, su Rai Radio1, Musumeci ha aggiunto: “Avere una legge che consente di rimodulare apertura e chiusura delle attività non significa applicarla a novembre o a dicembre”. “In questo momento non credo ci siano le condizioni per potere riaprire – ha evidenziato – Ma se a febbraio ci fossero le condizioni non capisco per cui non dovremmo ridurre il calvario delle attività, sentito il Comitato tecnico scientifico. Sappiamo tutti che ci attendono mesi difficili”. “Non ho parlato col ministro Boccia – ha detto – Ha avuto l’imprudenza di dire che il governo impugnerà provvedimenti contrari al Dpcm prima di leggere il nostro disegno di legge: ha fatto processo alle intenzioni”. Musumeci ha rivelato: “Faccio il tampone una volta a settimana, l’ultimo l’ho fatto quattro giorni fa, perché vado sempre in giro e ho contatti con tante persone”.