Onorevole Prestigiacomo, lei passa storicamente per la “liberal” di Forza Italia. Ce lo sta facendo un pensierino ad “Italia Viva” di Matteo Renzi?
Scherza? Io sono nata politicamente con Forza Italia e qui intendo restare e a chi opera per ‘spaccare’ ricordo che le scissioni, a destra come a sinistra non hanno grandi possibilità di successo, la storia lo insegna. Capitani di lungo corso ci hanno provato e fallito.
Ma non temete, voi forzisti siciliani, e del sud in generale, di restare schiacciati dai contrapposti populismi di Lega e Cinquestelle?
Forza Italia è lontana dalla Lega tanto al sud quanto al nord, mi creda. Abbiamo una cultura politica diversa e plurale, abbiamo un radicamento diffuso in tutto il territorio nazionale. Riusciamo da sempre a rappresentare il nord produttivo con la sensibilità “meridionale”. Su temi come quello dell’immigrazione non abbiamo mai rinunciato ad affermare la nostra distanza dallo “sceriffo” Salvini. Cosi come ci indigna il reddito di cittadinanza per chi sta a casa a girarsi i pollici. Il punto è che se si vuole marcare la differenza bisogna farlo in concreto con iniziative più che con i comunicati stampa.
E quindi? Sono solo voci quelle che parlano di un “esodo” dal sud azzurro verso l’ex segretario de PD?
Al momento è andata con Renzi solo una senatrice che con tutto il rispetto, personalmente non so nemmeno chi sia. Il nostro campo politico è il centrodestra. Dobbiamo semmai tornare ad essere il primo partito dello schieramento e possiamo riuscirci se anziché agitare scissioni ci impegniamo a rilanciare idee e progetti. Non mi scandalizzo affatto se si discute del panorama politico e delle sue evoluzioni a delle cene. Penso, però, che poi la sintesi e il confronto vadano svolti nelle sedi proprie, altrimenti si corre il rischio di alimentare personalismi e “complottisimi” di cui francamente non si sente il bisogno.
Ma ultimamente di Forza Italia s’è parlato più per le scissioni attuate o ventilate che per le iniziative politiche…
Ripeto Forza Italia deve guardare fuori, ai problemi della gente e risintonizzarsi sui bisogni concreti delle famiglie e delle imprese con proposte chiare. Basta con questo assurdo modo di fare politica, non è questo il nostro ruolo e se passiamo il tempo a contarci saremo sempre di meno. Dobbiamo rimettere in moto la politica, la “nostra” politica, del fare e di anima liberale del centrodestra, di forza moderata in grado di dare risposte mature e serie alle esigenze del paese. L’abbiamo fatto, sappiamo come si fa, dobbiamo tornare a farlo. La Sicilia al di là dei diversi accenti che possono esserci, è compatta e coesa sulle posizioni di Berlusconi che finalmente è tornato a parlare con gli italiani seppellendo il chiacchiericcio.