Pochi minuti ed è già finita. Sala d’Ercole, con 28 voti favorevoli, ha approvato l’emendamento soppressivo dell’articolo 1 dell’esercizio provvisorio, facendo venir meno l’intero testo che autorizzava la spesa in dodicesimi fino al prossimo 31 marzo. La Regione resta così in “gestione provvisoria” e non può spendere un euro. Durante la discussione, erano emerse le perplessità di Pd e Cinque Stelle: “Questo esercizio provvisorio è un collegato preventivo, c’è dentro di tutto e così ci troviamo ad approvare la manovrina al 20 gennaio” ha spiegato il capogruppo grillino Giorgio Pasqua. Critico anche il presidente del gruppo parlamentare del Pd, Giuseppe Lupo: “Il governo è stato battuto in aula con voto palese nominale. Solo 27 deputati di maggioranza hanno votato a favore dell’esercizio provvisorio. Finalmente si fa chiarezza sull’inutile polemica che il presidente Musumeci porta avanti da mesi sul voto segreto. La realtà è solo che il suo governo si è liquefatto e lo dimostra perfino l’assenza dei deputati componenti della giunta e del presidente ai lavori parlamentari”. Anche il deputato dei Cento Passi, Claudio Fava, ha commentato l’accaduto: “Un voto politico, a scrutinio palese, che dimostra – ancora una volta – l’inesistenza di una maggioranza di governo. Qualunque presidente, con senso di responsabilità, ne prenderebbe serenamente atto e si dimetterebbe. Musumeci non lo farà mai”.
Duro anche il commento dei deputati del Movimento 5 Stelle: “Ancora una volta la maggioranza è caduta in aula e questa volta con voto palese e, soprattutto, con la complicità determinante degli assessori Cordaro e Grasso, che non hanno votato col governo. Anche loro, probabilmente, hanno capito che questa mini-finanziaria, travestita da esercizio provvisorio, era sbagliata nella forma e nel contenuto. Ancora una volta si procede improvvisando e senza una vera bussola, a scapito dei siciliani che dal governo Musumeci finora non hanno avuto nessuna risposta”. “A questo punto – concludono i 5 Stelle – il governo compia un atto di responsabilità, presentando un testo snello, eliminando tutto il superfluo e attenendosi a quello che prevede la legge”.
Al momento del voto tutti i nodi e le contraddizioni sono venuti al pettine: come per la riforma sui rifiuti, il governo viene bocciato sull’articolo 1 di un disegno di legge (solo che stavolta il voto non era segreto ma palese). Un brutto sintomo di instabilità politica. Miccichè ha subito convocato la conferenza dei capigruppo e rinviato la seduta alle 16 di domani. Gli assessori-deputati Toto Cordaro e Bernadette Grasso hanno provato a ridimensionare la portata della disfatta, spiegando, come riportato da Live Sicilia, che “piuttosto che incidente politico si è trattato di caos in bagno. C’è stata un’incomprensione sul numero di iscritti a parlare altrimenti saremmo stati in aula. Domani si vota tranquillamente”. Lo stesso concetto è stato espresso da Gaetano Armao, assessore all’Economia: “Nessuna paralisi. Quello che è accaduto oggi si è già verificato in passato. E il risultato del voto palese dimostra che si tratta di un mero errore che può accadere nella dinamica parlamentare. Al momento della votazione, infatti, erano fuori dall’Aula alcuni parlamentari della coalizione di governo poiché pensavano che il dibattito si sarebbe prolungato. Nessun problema, quindi, domani (oggi per chi legge) si prosegue, con l’obiettivo prioritario del governo Musumeci di approvare il ddl per dare risposte immediate ai siciliani”.
COSA PREVEDE L’ESERCIZIO PROVVISORIO
“Abbiamo cercato di portare a casa una manovra che servirà ai siciliani per iniziare il nuovo anno e per coprire le spettanze del 2019, a seguito della parifica della Corte dei Conti del 13 dicembre” aveva detto alla vigilia il presidente Savona, di Forza Italia. La commissione, che aveva approvato il testo la settimana scorsa, ha abrogato l’articolo 2 relativo al trasferimento a carico del Bilancio regionale del mutuo del sistema sanitario, rimandando la trattazione della norma alla Legge di Stabilità. È stato approvato l’articolo 6 con cui si autorizza la spesa, pari a 250 mila euro, per il funzionamento della commissione regionale tecnica specialistica che si occupa di rilasciare le autorizzazioni ambientali Via-Vas (per i Cinque Stelle sono troppo pochi). Fondi che saranno rimpinguati con la Legge di Stabilità. Con un emendamento allo stesso articolo, sono stati stanziati 250 mila euro per i consorzi di bonifica per bloccare le cartelle esattoriali per il pagamento dell’erogazione dell’acqua in agricoltura.
Importante è l’articolo 7 che istituisce un fondo di compensazione di 15,9 milioni di euro destinato a garantire gli stipendi di una serie di enti, associazioni, teatri che aspettavano parte delle retribuzioni del 2019 e a pagare le retribuzioni di alcune categorie (per un totale di 4 milioni 446,978,77 euro): bacino dei Pip, Lsu (lavoratori socialmente utili), personale Resais, cantieri di servizi in favore dei Comuni destinatari del Reddito minimo di inserimento (Rmi) ed emolumenti aggiuntivi per i carabinieri. Il disegno di legge garantisce, tra gli altri, i fondi per tutto il 2020 (e non solo fino al 31 marzo) per i teatri siciliani (Massimo e Biondo di Palermo, Orchestra Sinfonica siciliana, Vittorio Emanuele di Messina, teatro Bellini e Stabile di Catania, Istituto nazionale del dramma antico), i Consorzi di Bonifica, l’Esa e i forestali.