Il piano per la transizione energetica sostenibile (Pitesai), rischia di trasformare la Sicilia in un’enorme gruviera, vista la possibilità che prevede di dare il via libera alle trivelle in grandissima parte della Sicilia. E questo senza tenere in alcun conto gli strumenti a tutela del paesaggio e quelli legati all’assetto idrogeologico. Non possiamo permetterlo”. Lo affermano i deputati regionale del M5S all’Ars, Giampero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito, componenti della commissione Ambiente dell’Ars. Trizzino ha chiesto sull’argomento il dibatto a sala d’Ercole fissato per domani “per impegnare l’esecutivo Musumeci a rappresentare le ragioni dell’isola al tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni”.
“Il piano – dicono i tre deputati – nella testa del legislatore nazionale nasceva con una finalità ben precisa: individuare nel territorio italiano quelle aree sulle quali non è più possibile esercitare alcuna attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi. Quello che invece è uscito fuori è un documento che di sostenibile ha soltanto il profitto per le multinazionali che potranno continuare a trivellare in Italia e in particolar modo in Sicilia”. “L’obiettivo del Pitesai – commenta Trizzino – era lungimirante e in linea con l’European green deal che impone a gli Stati membri di azzerare le emissioni climalteranti al 2050. Il risultato finale, però, è un obbrobrio. Basta guardare la mappa delle aree idonee alla trivellazione, per capire che quanto sia grave il pericolo per la nostra isola, che rischia potenzialmente di diventare un enorme gruviera”
“Il Pitesai – conclude Trizzino – avrebbe dovuto tenere conto degli strumenti di pianificazione vigenti posti a tutela del paesaggio, delle aree protette, dei siti di interesse naturalistico, nonché di quelli legati all’assetto idrogeologico di cui la Sicilia è piena, ed invece, poco o nulla di tutto ciò è stato preso in considerazione. Alla luce di questo quadro assolutamente desolante, ho chiesto di dedicare una seduta d’Aula dell’Ars alla trattazione del Pitesai, affinché si giunga ad un impegno del governo siciliano a rappresentare nuovamente le nostre istanze nel tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni per modificare il documento che così com’è è assolutamente inaccettabile”.