Nel gran chiacchiericcio che investe la giunta regionale e Nello Musumeci, prossimo al rimpasto – ma non prima del 15 giugno, quando verrà annunciata la partnership con la Lega da parte di Diventerà Bellissima – si staglia una macro-certezza. Che l’azione di restyling dell’esecutivo, per volere del governatore, prenderà il via dal sostituto di Sebastiano Tusa, l’assessore ai Beni Culturali rimasto vittima di un’esplosione aerea il 10 marzo 2019 nei cieli di Addis Abeba. Quasi tre mesi fa. Il 10 giugno Musumeci parteciperà a una cerimonia in suo onore, probabilmente l’ultima da quando ha preso in mano ad interim le deleghe dell’archeologo. L’attuale squadra di governo, composta da undici rappresentanti, va ampliata con la figura di un “tecnico”.
Musumeci, infatti, non intende recedere da quella che è stata una sua intuizione già dall’insediamento: allo scopo di rivalutare per bene l’operato del dipartimento dei Beni Culturali, e guidare la Sicilia verso la risurrezione dell’arte, i partiti non sarebbero più entrati a via delle Croci, ì Non dalla porta principale. L’assessorato, inizialmente, finì nelle mani di Vittorio Sgarbi, che poi decise di candidarsi in Parlamento e lasciò tutto nelle mani di Tusa, segnalato dal critico d’arte come il “successore ideale”. Il suo nome fu condiviso da Musumeci, nonostante alcuni partiti refrattari. Il lavoro dell’ex sovrintendente del mare, e gli undici mesi trascorsi al servizio delle istituzioni siciliane, hanno messo d’accordo tutti. Ma la sua tragica fine ha riaperto i conti. Musumeci ci pensa da tre mesi, tra suggestioni (la moglie di Tusa, Valeria Patrizia Li Vigni, che è anche direttrice del Museo Riso di Palermo) e naturali avvicendamenti (Carmelo Briguglio, ex finiano, braccio destro dell’ex assessore). Ma non ha ancora scelto.
Ora, però, sembra avere le idee chiarissime. In cima alla lista dei desideri del governatore – ma a quanto pare non esiste un piano B – c’è Rosalba Panvini, attuale Soprintendente ai Beni Culturali di Catania. Che fino a qualche mese fa operava a Siracusa, e prima ancora era passata da Ragusa e, andando a ritroso, Caltanissetta. Esperienza consumata nel ramo, la Panvini ama definirsi una con “la schiena dritta”. L’archeologa, studiosa di fama internazionale, docente universitaria, è anche cavaliere al merito della Repubblica italiana (onorificenza ottenuta nel 2011 dal capo dello Stato). E’ anche cittadina onoraria di Marianopoli, di cui Sebastiano Tusa, in una delle sue ultime interviste, elogiava il museo civico.
Al di là di un curriculum specchiato e di prestigio, Panvini ha spesso lasciato il segno nella sua carriera. E, dal racconto di alcune associazioni ambientaliste con cui si è spesso scontrata, non sempre si è trattato di impronte positive. Risale a pochi mesi fa, ad esempio, il rilascio dell’autorizzazione per l’installazione di un bar astronave alla piazza d’armi del Castello Maniace, a Siracusa. Un’area sottoposta a vincolo storico-artistico, che, secondo Panvini, non avrebbe risentito dell’impatto di un corpo estraneo. “Questo progetto è compatibile con la tutela dell’area ed è fatto tutto a norma di legge” aveva detto la Soprintendente, che non per questo riuscì a impedire la sommossa popolare e di una parte della politica. Tra rinvii e decisioni del Tar che non sono mai arrivate, la caffetteria in cemento armato non si è mossa da lì. All’indomani del casus belli, e dopo aver inviato in loco due ispettori per conto della Regione, Tusa si decise a rimuovere la Panvini da Siracusa e a trasferirla a Catania, piazzando al suo posto l’architetto Donatella Aprile. Secondo l’assessore, però, si trattava di un normale avvicendamento.
I rapporti fra il governatore siciliano e la Soprintendente si sono intensificati di recente, in occasione della Fiera del Cavallo di Ambelia. La stazione di monta, abbandonata, che sorge ai piedi di Militello – paese originario di Musumeci – che è stata rimessa a nuovo grazie a un investimento di oltre un milione di euro. La Panvini ha fatto da intermediario fra Musumeci e la giunta comunale di Catania, retta dal sindaco Pogliese, per la concessione in prestito di sei reperti custoditi nel museo Ursino, allo scopo di organizzare una bella mostra sul cavallo e attirare i visitatori che sarebbero riusciti a spingersi fin laggiù.
Ma la Soprintendente, oltre al caos di Siracusa, s’è lasciata alle spalle qualche scheletro: ad esempio il nullaosta concesso all’aeronautica militare di Sigonella per la “installazione di un sistema di comunicazioni per utenti mobili nel sito radio Navy di Niscemi”. Il cosiddetto Muos. Che ancora oggi è al centro di furenti polemiche da parte di ambientalisti, società civile e movimenti politici (come i Cinque Stelle). Panvini è al centro di alcune controversie, che l’accompagnano lungo le numerose tappe della sua carriera. Ad esempio a Portopalo di Capo Passero, nei pressi della tonnara, autorizzò la realizzazione di un residence con 18 suite e un ristorante di lusso su un isolotto che, carte alla mano, conservava un vincolo di assoluta inedificabilità (il progetto è stato stoppato). “La Soprintendenza ha rilasciato esclusivamente un parere di massima per opere di restauro conservativo delle strutture esistenti, ormai in grave stato di degrado” si giustificò la Panvini, in una nota.
Musumeci ha anteposto il nome della Soprintendente a qualunque trattativa. Anche Raffaele Lombardo avrebbe messo gli occhi sui Beni Culturali – proponendo uno “scambio” con le deleghe a Lavoro e Famiglia, attualmente in mano al “suo” Antonio Scavone – ma s’è visto rispondere picche. L’imposizione di Panvini ai Beni Culturali è condizione imprescindibile per inaugurare il gran ballo dell’estate, in cui tutti si faranno avanti per avere un posto al sole. Da Forza Italia, uscita rafforzata dalle ultime Europee, passando per la nuova creatura – la “cosa nera” – con cui il gruppo di deputati di Diventerà Bellissima raccoglierà nuovi pezzi di coalizione, come Genovese e Rizzotto. Anche questa neo-formazione, che diventa l’avamposto di una federazione nazionale tra Salvini e Musumeci, vorrà godere di una rappresentanza in giunta. Dalle urne è uscita rafforzata Fratelli d’Italia, che però dovrebbe conservare un solo assessore (Messina al posto di Pappalardo), oltre a Sicilia Futura che, per conto di Forza Italia, dovrebbe avanzare la propria candidatura per un posto nella compagine di governo (c’è Giuseppe Picciolo in pole position). Sarà un turbinio di emozioni, che soltanto un movimento potrà innescare per davvero: la nomina di Panvini ai Beni Culturali.