Per Sala d’Ercole sembrava un mercoledì interlocutorio, in cui cominciare a votare – come si era stabilito alla vigilia – i principi generali della legge sui rifiuti. Ma si è trasformato un marasma. A suon di franchi tiratori, l’articolo 1 del disegno di legge che porta la firma dell’assessore Pierobon è stato affossato. E Musumeci, la cui presenza in aula ha fatto slittare i lavori di oltre un’ora, è andato su tutte le furie, scagliandosi contro il parlamento. Non è la prima volta che accade: “Spero che a guardarvi ci siano migliaia di siciliani – ha esordito il presidente della Regione – è giusto che sappiano come stanno andando le cose”. Le cose andavano più o meno così: l’opposizione, seccata per il fatto che il testo non fosse stato rispedito in commissione (la proposta di ieri del M5s è stata bocciata), si è subito messa di traverso, facendo naufragare le intenzioni del governo.
L’opposizione ha fatto l’opposizione, ma a Musumeci non andava bene. Il governatore ha riepilogato il lungo iter legislativo, spiegando che la commissione Territorio e Ambiente “per ventinove sedute ha portato avanti un confronto serrato, in cui quasi tutte le proposte di Movimento 5 Stelle, specie quelle dell’onorevole Trizzino, e Partito Democratico sono state raccolte e condivise. Dopo di che si va in aula, dove il governo, per venire incontro a qualche Maria Maddalena pentita, propone un confronto informale”. Rispedito al mittente. “Poi – prosegue la narrazione di Musumeci – si concorda di lavorare ai primi cinque articoli. Il presidente Micciché, che oggi non può esserci di motivi di salute, chiama i capigruppo di M5s e Pd che si dicono pronti a tornare in aula e a non utilizzare il voto segreto. Invece arrivano qui e non hanno il coraggio di metterci la faccia per dire no”. Poi punta il dito contro un bersaglio in modo particolare: “Onorevole Fava, dov’è finita la sua etica?”.
Il deputato dei Cento Passi aveva fatto approvare un paio di suoi emendamenti, uno dei quali con il voto segreto: quello che fissa al 50% la raccolta differenziata da recuperare. Musumeci esplode: “Onestà. Onestà. Onestà. Onestà è quando un deputato sa metterci la faccia anche dopo essersi pentito. E non si nasconde dietro il voto segreto. Sia i deputati della coalizione che quelli della maggioranza hanno mostrato pavidità, cinismo e mancanza di coraggio. Adesso, fuori dal palazzo, chi dirà grazie per questo stop sulla legge dei rifiuti? Chi abbiamo fatto contento, onorevole Fava? Chi vuole bloccare questo disegno di legge?”.
Sembra un’insinuazione, tanto che Fava chiede la parola e replica: “Mi sono sentito chiamare in causa 18 volte come se dietro di me si nascondessero i veri fruitori di una legge che viene bocciata – ha urlato il deputato dei Cento Passi, mentre Musumeci provocatoriamente lo applaudiva –. E’ stato questo governo che ha dato 1,8 milioni di metri cubi in più alla discarica Leonardi e concesso una proroga di dieci anni alla Oikos di Misterbianco”. “Credo che siamo di fronte a un equivoco madornale – aveva esordito il presidente della commissione Antimafia – Questo disegno di legge riguarda la governance e l’organizzazione complessiva. Ma ciò che può determinare la pulizia o meno delle nostre strade è un piano dei rifiuti che non c’è, che aspettiamo da due anni e non è ancora arrivato all’esame di quest’aula. Ed è l’assenza del piano dei rifiuti che ha permesso ai privati una condizione di monopolio”. La chiosa è tutta politica: “Non c’è una maggioranza a sostegno di questo governo, e l’assenza di questa maggioranza non può essere addebitata all’opposizione. Quest’aula non può essere trattata come il giardino d’infanzia ogni volta che il governo va sotto di un voto”. Poi l’intervento di Calderone, di Forza Italia, e la sospensione accordata da Di Mauro, che presiedeva l’aula al posto di Micciché. Il quale, da casa, si sarà fatto un’idea.
La spaccatura è all’interno della maggioranza, ma soprattutto fra governo e parlamento. Come dimostra l’ennesima invettiva del presidente della Regione. Che, di questo passo, a palazzo Reale rischia di diventare un ospite sgradito.
LUPO: MUSUMECI SI DIMETTA E CONVOCHI ELEZIONI
“Il presidente Musumeci prenda atto che senza una maggioranza non si può governare la Sicilia, si dimetta e convochi le elezioni”. Lo ha detto il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo al termine dei lavori d’aula. “E’ vergognoso che il governo si sia rifiutato di rispondere in aula alle richieste di chiarimento dei deputati su chi dovrà pagare i due miliardi di debiti accumulati dai vecchi Ambiti Territoriali Ottimali in liquidazione. La verità è – ha aggiunto Lupo – che con questo disegno di legge il governo Musumeci scarica i debiti sui comuni mandandoli in dissesto e facendo pagare il conto ai siciliani”. “Noi abbiamo votato contro l’articolo 1, così come avevamo largamente anticipato – ha continuato – perché non tiene conto delle nuove direttive europee che riguardano l’economia circolare, ma non mi sorprende che alcuni deputati della maggioranza abbiano responsabilmente votato contro la riforma ascoltando la voce dei sindaci e dei cittadini. La verità – ha concluso – è che la proposta del governo è una finta riforma ‘gattopardesca’ fa finta di cambiare tutto per non cambiare nulla”.
MOVIMENTO 5 STELLE: “PIETRA TOMBALE SUL GOVERNO”
“Il pesantissimo stop in aula alla legge sui rifiuti è la pietra tombale sul governo Musumeci. Il presidente prenda atto che il suo esecutivo ha ormai l’encefalogramma piatto. Il suo esecutivo a due anni dal suo insediamento non è riuscito a cavare un solo ragno dal buco, se non per i cavalli della sua Militello, mentre la Sicilia è in fiamme. Ci chiediamo e gli chiediamo, con queste premesse dove mai può andare la Sicilia, quando le riforme strombazzate in campagna elettorale vengono bocciate dalla sua stessa maggioranza?”. Lo affermano i deputati del M5S all’Ars dopo il ko in aula della legge sui rifiuti, rispedita in commissione. “Musumeci – dice il capogruppo Francesco Cappello – si ostina ad andare avanti in una direzione senza sbocchi. Anche sulla legge sui rifiuti si è ostinato a proseguire senza accogliere la nostra proposta e di parte dell’aula di rispedire tutto in commissione. Continua a suonare ostinatamente la sua inutile musica mentre il Titanic-Sicilia affonda inesorabilmente”.
MICCICHE?: “DA OPPOSIZIONI UN AGGUATO”
“E’ stato un agguato bello e buono. C’era un accordo con il Pd e il M5S per l’approvazione dei primi cinque articoli della riforma sui rifiuti. Era tutto concordato. Ma, ancora una volta grillini e Pd, non hanno rispettato gli accordi. Sono veramente amareggiato”. Lo ha detto Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars e coordinatore regionale di Forza Italia, in una intervista con l’Adnkronos. “Io sono sempre stato rimproverato perché dicono che aiuterei troppo le opposizioni, e poi loro vengono meno agli accordi politici raggiunti. Non funziona così – dice ancora Miccichè – Tra l’altro ieri avevo anche chiesto di rinviare la seduta a martedì prossimo, visto che io sono a letto con l’influenza, e che ci sarebbe stata in maggioranza una persona in meno. Ma hanno preferito di no. E io ho acconsentito, chiedendo di non avere sorprese in aula. Invece c’è stato l’agguato”.